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Parisi, lo scopritore a VN: “Ecco cosa lo ha penalizzato e i piani per il futuro”
Forse uno dei regali più belli di questo triste natale della Fiorentina: Fabiano Parisi. L'ex Empoli sta stupendo tutti e la prestazione contro l'Udinese ha evidenziato una crescita dirompente rispetto alle ultime 2 stagioni.Noi di Violanews.com abbiamo voluto scambiare due chiacchere con Roberto Filarmonico, scopritore del terzino viola ai tempi dell'Avellino:
"C’erano tutte le motivazioni per fare bene. Quando una squadra attraversa momenti molto negativi, i giocatori, da professionisti, devono dare risposte alla società, alla città, alla tifoseria. Domenica fortunatamente è arrivata una grande risposta: credo che Fabiano abbia fatto una delle migliori partite degli ultimi anni.
Lo ha sentito?
Al di là del cambiamento tattico e della cattiveria agonistica messa in campo, la prima cosa che gli ho detto è stata proprio questa. Con questa reazione ha dimostrato a se stesso e a tutti di avere un valore importante.
Ma il suo ruolo ideale secondo lei qual è?
Sappiamo che può e deve fare bene. Lui nasce mezzala, per me ancora oggi è una mezzala di centrocampo. Sa attaccare gli spazi, sa dribblare, non ha grande fisicità né spiccate doti difensive, ma è brevilineo e ha una qualità tecnica elevata.
Sulla fascia però rende piuttosto bene...
Giocando da quinto o a piede invertito, la sua fortuna è la rapidità di esecuzione. Può fare tutti i ruoli dalla metà campo in su. Con l'Udinese ha fatto bene, ma ha fatto bene tutta la squadra: dopo l’espulsione si sono aperti spazi, le squadre si sono allungate e la Fiorentina, come collettivo, ha fatto una grande prestazione. Lui ha fatto qualcosa in più, anche in un ruolo che magari la stampa non gli riconosce, ma che per me può ricoprire tranquillamente. E può fare ancora di più.
L'intervista prosegue sotto l'infografica con la prestazione di Parisi nei dati forniti da Sofascore
Con Pioli le cose non sono funzionate granché nella squadra, con Vanoli fabiano sembra rendere meglio. Cosa è cambiato?
Ha sempre avuto buoni rapporti con tutti gli allenatori. Ci siamo confrontati tante volte. A questi livelli fa la differenza ciò che l’allenatore trasmette. Sono passati da Italiano, che lavorava tantissimo sulla mentalità e sulla cura dei dettagli, a Palladino con una metodologia completamente diversa, fino a Pioli, che strutturava gli allenamenti in un altro modo ancora. Tanti cambiamenti che secondo me hanno messo in difficoltà il gruppo. Poi arrivano i risultati che non girano, alcune dinamiche caratteriali, la sfortuna: tanti fattori che hanno penalizzato sia Fabiano sia la Fiorentina. Credo che quella di domenica sia stata una rinascita e l’inizio di un percorso importante, perché la Fiorentina merita di più.
Che rapporto ha con Firenze?
Sono stato più volte a Firenze ospite suo e ti posso dire che è felice. È amato e coccolato dalla città, anche se quando le cose non vanno viene giustamente criticato. Lui si trova in un posto dove sta benissimo e, se fosse una scelta solo sua, non cambierebbe mai colori. Questa è una cosa fondamentale per il suo percorso. Non credo ci siano problemi di mercato: ha voglia di continuare e di dare valore alla scelta iniziale, che è Firenze.
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