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QUESTO E' SPORT

Palladino e gli arbitri, lezione di umanità: è geometria, non protocollo

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 
La posizione del tecnico gigliato è impeccabile: non ancora, non sempre, sulla gestione della formazione, ma sicuramente sul mondo arbitrale

Homo sum: humani nihil a me alienum puto (sono un essere umano, non ritengo a me estraneo niente di ciò che è umano)

Questa è una frase di Terenzio (Publio Terenzio Afro), che si trova nella commedia intitolata Heautontimoroumenos, il punitore di se stesso (165 a.C). Fa sorridere perché a punire se stesso, paradossalmente, è stato proprio Raffaele Palladino, allenatore della Fiorentina che ha deciso di rinunciare ai nuovi acquisti, almeno inizialmente, per premiare i giocatori che lo avevano portato all'impresa pochi giorni prima, in assenza forzata dei rinforzi. Ma la nostra rispettosa critica l'abbiamo fatta in un altro pezzo (qui se non lo aveste letto e vi interessasse approfondire), invece adesso ci concentriamo su qualcosa che ci ha colpito in maniera estremamente positiva: l'atteggiamento del tecnico nei confronti degli arbitri.

Non parlo mai degli arbitri, me lo sono ripromesso. Però sicuramente sul gol dell'Inter ci siamo un po' arrabbiati. Non con l'arbitro, ma con il protocollo. Se il Var deve aiutare gli arbitri a non fare errori oggettivi, quello di una palla che esce di 20 centimetri è un errore oggettivo. Sulle trattenute o simili ok, ma qui bisogna cambiare qualcosa, altrimenti siamo sempre a chiederci perché.

Così Palladino ha esordito nella conferenza stampa post partita, subito incalzato sull'episodio dell'1-0, scaturito da un calcio d'angolo che non doveva essere assegnato in quanto il pallone era chiaramente uscito. Qui l'approfondimento. E poi ancora:

Gli arbitri vanno lasciati tranquilli anche di sbagliare. Come io sbaglio formazione, voi (i giornalisti, ndr) sbagliate valutazioni, gli arbitri possono sbagliare, ma quando ci sono cose oggettive, chiare e si ha uno strumento tecnologico, bisogna migliorare. Loro giustamente si attengono al protocollo, ma allora miglioriamolo questo protocollo.


L'ex attaccante di Parma e Genoa tra le altre ha centrato il punto: l'errore è umano, e non ritenendo estraneo a sé niente di umano, decide di non prendersela con gli arbitri che sbagliano. Perché come sbagliano tutti possono sbagliare anche loro. Nel momento in cui, però subentra la tecnologia, ci sono alcune situazioni che si possono risolvere totalmente. E' il caso dei gol-non gol: il famoso occhio di falco ha cancellato questa tipologia di casi negli ultimi anni, stabilendo con precisione se la palla varca o meno la linea di porta. O anche del fuorigioco semiautomatico, che ha esasperato la regola ma di sicuro ha tolto ogni margine di errore, anche millimetrico. Non è invece il caso delle trattenute, dei falli di mano (vedi Gatti in Como-Juve), delle intensità di certi interventi (vedi Cacace su Walker in Empoli-Milan). In questi ultimi casi ci sono dinamiche da interpretare volta volta, mentre invece stabilire se un oggetto sferico è al di là di una linea o meno non è una questione di protocollo, ma di geometria. Matematica. Scienza esatta. E quel pallone era oggettivamente e inconfutabilmente fuori. 

Palladino, tuttavia, non solo ha ragione, ma ne esce con una lode ulteriore da parte nostra, perché ha espresso un concetto che a nostro avviso tende a essere troppo sottaciuto: gli arbitri vanno lasciati tranquilli. Non fraintendeteci: se un arbitro sbaglia a fischiare, va criticato esattamente come se un portiere prende gol sotto le gambe, un attaccante sbaglia un gol a porta vuota o un redattore di Violanews sbaglia nel riportare una notizia in una maniera piuttosto che in un'altra. Ma non oltre: quello del calcio è un mondo sovraesposto e gli arbitri non vengono pagati abbastanza per tutto l'odio che ricevono. Inoltre, se i ragazzi smettono di appassionarsi all'arbitraggio, il calcio muore: non si gioca senza arbitri. Ogni tanto bisognerebbe essere più Palladino e meno... tante altre persone di sport. 

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