Con la sua voce ha scritto pagine di storia del cantautorato italiano, ma siamo sicuri che in un universo parallelo avrebbe fatto l'allenatore di calcio. Perché ascoltare Marco Masini sulla materia calcistica e, soprattutto, sulla Fiorentina è sempre appassionante. Lo abbiamo fatto in esclusiva in questi giorni di sosta.

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Masini a VN: “Pioli sta facendo le ‘date zero’. Nicolussi mi piace da morire”
Salve Marco, si è chiuso il mercato, che giudizio dà del lavoro della Fiorentina?
"Credo sia molto presto per fare un resoconto. Di solito si capisce tutto tra gennaio e febbraio, ed è proprio per questo che il mercato di riparazione lo hanno messo a gennaio e non a novembre: serve tempo per capire i giocatori e come si adattano al pensiero calcistico dell’allenatore."
Ma in generale è soddisfatto?
"Alcuni ragazzi che sono arrivati mi piacciono tantissimo: parlo di Fazzini e di Nicolussi Caviglia, che conosco bene e considero due acquisti azzeccatissimi. Su Sohm mi esprimo meno perché l’ho visto giocare poco. Ma ripeto: è presto per capire davvero quanto potrà essere camaleontica questa Fiorentina. Oggi non esiste più una squadra con 11 titolari fissi: chi entra dopo è determinante, quasi quanto chi parte dall’inizio. E credo che gli acquisti siano stati fatti proprio per dare a Pioli una squadra costante nei suoi cambiamenti."
Quindi è positivo che tutti i big siano stati confermati?
"È un segnale forte. Penso a Comuzzo, che poteva partire ma ha mostrato senso di appartenenza e voglia di restare a Firenze. Questo crea fiducia nel gruppo che sta nascendo. E poi ci sono le conferme di giocatori come De Gea, Gosens, Kean: punti di riferimento importanti nello spogliatoio. Credo sia uno step fondamentale per crescere."
Sul campo, però, l’inizio non è stato così brillante. Ti preoccupa o pensi serva solo pazienza?
"Assolutamente non sono preoccupato. Faccio un parallelo con il mio lavoro: i primi concerti, le “date zero”, servono per aggiustare e capire cosa modificare. Non do peso né a una bella prestazione in amichevole, né a quelle più macchinose con Cagliari o Torino. Il campionato vero inizia tra un mesetto, quando Pioli avrà inculcato ai ragazzi il suo pensiero calcistico. Perché alla fine il calcio è uno sport di squadra: puoi avere anche il campione, ma se gli altri non si muovono e non hanno assimilato i meccanismi, la squadra non gira. Meglio un gruppo che si muove compatto come uno sciame che undici fuoriclasse fermi."
Capitolo tridente, Gudmundsson-Piccoli-Kean sarà l'attacco titolare secondo lei?
"Magari non lo sarà sempre. Può essere una soluzione in alcune partite, anche a gara in corso. Dipende dai movimenti. Se i giocatori imparano a memoria ciò che chiede l’allenatore, allora puoi cambiare modulo anche in corsa: due punte, cinque a centrocampo, quattro dietro… tutto è possibile. Il Parma di Sacchi funzionava perché i giocatori sapevano già dove andare, indipendentemente dai fuoriclasse. Certo, il campione ti cambia la partita, ma servono i meccanismi. E in questa Fiorentina ci sono tanti elementi utili: Fagioli, Fazzini, Gudmundsson, Kean, Piccoli, Dodò… Se imparano i movimenti, possono darci soddisfazioni."
Torno su Nicolussi Caviglia: pensa possa liberare Fagioli più avanti nel suo ruolo naturale di mezzala?
"Nicolussi è un giocatore intelligente, e l’intelligenza è fondamentale in ogni lavoro: calcio, musica, arte o azienda. Lo avevo notato già con Juve e Venezia, e mi piace da morire. Con Nicolussi in regia, Fagioli può sganciarsi, e a seconda delle necessità ci sono anche Mandragora, o Sohm o altri. Pioli ha tante soluzioni in mano: può giocare con tre centrocampisti, con la difesa a quattro… Il modulo non è fisso, cambia anche durante la partita. La chiave sono i movimenti, su questo Pioli lavora molto bene e ne sa più di me e di tutti noi"
Si ringrazia Marco Masini per la disponibilità
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