Comuzzo, il NON predestinato
—Andando a ritroso nella sua esperienza alla Fiorentina, iniziata nel 2019, Comuzzo non è mai stato l'uomo da copertina, però ha sempre avuto un impiego costante e un rendimento affidabile. Titolare in Under 15 con Mazzantini, titolare in Under 16 e in Under 17 con Galloppa, titolare in Under 18 con Papalato, prima di essere promosso in anticipo di una stagione in Primavera agli ordini di Aquilani.
Qui, siamo nell'annata 2022/23, Comuzzo si ritaglia il proprio spazio sgomitando tra Krastev, Lucchesi e Biagetti, oggi tutti tra B e C, attirando l'attenzione di Italiano che lo promuove tra i grandi. Pochissimo spazio a disposizione, due mesi nuovamente in Primavera agli ordini di Galloppa, il resto è storia recente. Una storia qua e là tinta di azzurro, con nove presenze complessive tra Under 17, 18 e 20.
Ed è una storia che si è sviluppata lontano da quei riflettori che -giustamente- si sono accesi nell'ultimo mese e ancor più da ieri sera. Perché Comuzzo non è un difensore che fa gol, non è social e, badate bene, non ha un procuratore loquace (quante interviste di Minieri leggete ogni settimana?). Niente titoli da prima pagina, in sostanza. Il soldato Pietro parla sul campo, profilo basso e tanto sudore. Testa, cuore e gambe è il mantra reso celebre da Antonio Conte, che ben rappresenta anche il gioiellino viola, l'unico under 20 italiano titolare in Serie A.
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