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Il primo esonero è servito. Pioli tiene botta, ma fino a quando?
Nessuno a inizio stagione si sarebbe immaginato un inizio del genere da parte della Fiorentina, tutti (o quasi) hanno sponsorizzato il ritorno di Pioli a Firenze e promosso il mercato viola. L'arrivo in ritardo per la burocrazia, l'ambientamento con un gruppo nuovo, adesso però le scuse sono finite. E se ieri il Var non fosse intervenuto ad annullare il gol dello 0-3, forse sarebbe stata la Fiorentina la prima squadra in questa Serie A a cambiare allenatore. Invece le cose sono andate diversamente, con quella clamorosa rimonta frutto di due rigori. E a prendersi il "primato" è stata la Juventus che ha scelto di esonerare Tudor dopo le sconfitte con Como, Real Madrid e Lazio, senza pensare al progetto iniziale. Ricordiamo che a Torino hanno ancora sul groppone 15 milioni (lordi) di Thiago Motta, ma quando le cose vanno male non badano a spese.
Fare i paragoni con l'anno precedente è sempre complicato. In una stagione cambia tutto, dall'umore dei calciatori, alle più piccole dinamiche fino ad arrivare al campo. Però pensateci davvero se con questi risultati alla guida della Fiorentina ci fosse uno come Raffaele Palladino? L’esempio del napoletano è calzante (perché in viola c'è stato), ma può essere fatto benissimo con qualsiasi allenatore alle prime armi. Pradè nella passata stagione molte volte non era contento del gioco che offriva la Fiorentina, ma 65 punti in Serie A era dai tempi di Paulo Sousa che non si vedevano. Nonostante ciò il Ds viola ha spesso visto il bicchiere mezzo vuoto, ma non quest'anno. L'allenatore della Fiorentina, che per ora non ha dato un vero e proprio gioco, che non ha vinto una partita in campionato, riceve comunque le difese da parte di chi dovrebbe giudicare i professionisti per ciò che sono.
Ieri De Gea, uno che parla raramente, ci ha messo la faccia in conferenza stampa, dicendo la verità davanti a tutti. Ieri la Fiorentina non ha assolutamente meritato il pareggio, come ha detto lo spagnolo "pensavamo di perdere 0-6". Per non parlare di Edin Dzeko che consiglia di giocare con due punte mentre il tecnico ne preferisce una sola. Insomma, con troppi galli a cantare non si fa mai giorno, ed è evidente che Pioli debba ancora prendere realmente in mano la Fiorentina.
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