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Gudmundsson non si accende? Ci pensa Ndour. Ma resta un dubbio da sciogliere
“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”
La citazione, resa celebre dal film Forrest Gump, è una chiara metafora dell’imprevedibilità della vita, che quando meno te l’aspetti può prendere una piega inaspettata. E l’inizio di stagione di Cher Ndour ha un po’ questo sapore qui.
A luglio c’erano tutti i presupposti per pensare che la sua sarebbe stata una stagione da protagonista nella Fiorentina di Stefano Pioli. Le amichevoli in terra inglese e le prime uscite in campionato contro Cagliari e Torino hanno dato modo di credere che l’ex PSG potesse mettersi in mostra in maniera più convincente rispetto a quanto fatto lo scorso anno in cui è sembrato non aver mai espresso appieno le proprie qualità.
Neanche il tempo di dirlo però che arrivano tre panchine consecutive contro Napoli, Como e Pisa che hanno portato il centrocampista ad arretrare nelle gerarchie, complici i vari esperimenti del tecnico viola ancora alla ricerca della miglior Fiorentina possibile. E dunque, con il passaggio a un centrocampo a due, non ha giovato al calciatore l’avanzamento in una zona più offensiva del campo, quasi a ricoprire un ruolo da trequartista.
Eppure, quando è stato chiamato in causa, Ndour ha sempre risposto presente. E così è stato anche nella gara contro il Sigma Olomouc in cui ha servito uno splendido assist di testa per il gol di Piccoli che ha sbloccato la partita, per poi chiudere in bellezza con una rete dalla distanza.
Certo, l’avversario non era dei più temibili, ma la sua prestazione ha convinto la piazza facendo sorgere un interrogativo: è giusto tenere in panchina questo Cher Ndour preferendogli giocatori come Fagioli e Sohm che, fino a questo momento, non hanno rispettato le aspettative?
Se come dice Stefano Pioli: "Non sono io a fare le gerarchie, ma i giocatori con le loro prestazioni. E solo loro le possono cambiare" allora è giusto pensare che Ndour possa ritagliarsi il suo spazio in questa Fiorentina.
C’è però da capire se il suo sarà un impiego più continuo anche in campionato oppure se sarà ribattezzato come “l’uomo della Conference League”. Difficile dirlo adesso, solo le scelte di Pioli potranno mettere in chiaro le cose. Intanto Ndour con la sua corsa e i suoi guizzi vincenti prova a mettere in difficoltà il tecnico viola. I suoi sono spunti di cui ora la Fiorentina sembra aver bisogno come il pane, anche se non è da lui che sono attesi. Ma se adesso non arrivano da giocatori come Gudmundsson, perché privarsi di quelli dell’ex PSG?
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