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Gosens e quei 10 giorni in cui poteva sostituire Angelino alla Roma: il retroscena
E' stata un'estate piuttosto movimentata, per essere un 30enne, quella di Robin Gosens: abbiamo tutti ben fresca nella memoria l'offerta dell'Atalanta intorno a Ferragosto, con il no secco della Fiorentina e quel "No chance" di Rocco Commisso raccontato dallo stesso laterale tedesco in seguito. Anche a fronte di un'offerta che Pradè ha definito "impossibile da rifiutare" a settembre. Quella, però, non è stata l'unica situazione che ha coinvolto il numero 21 viola, reduce da una grandissima stagione al ritorno in Italia. Parliamo di una trattativa che, in realtà, non è mai partita, perché legata a doppio filo ad un'altra che non si è mai conclusa.
Dobbiamo risalire a giugno, più due mesi prima dell'assalto della Dea, e chiamare in causa un altro pezzo del passato nerazzurro di Gosens, ovvero Gian Piero Gasperini. Appena arrivato a Roma dopo ben 9 anni a Bergamo, il tecnico di Grugliasco ha saputo della seria possibilità di perdere Angelino, il titolare sulla corsia di sinistra. Su di lui, infatti, c'erano gli arabi dell'Al-Hilal e del nuovo allenatore Simone Inzaghi, che aveva ricevuto un primo secco "no" da parte di Theo Hernandez, sua prima scelta.
Erano, quelli, i 10 giorni di giugno in cui la FIFA ha aperto una sessione di mercato straordinaria per le squadre partecipanti al nuovo Mondiale per Club negli USA, dall'1 al 10 giugno. La Roma, sotto pressione a causa del settlement agreement con la FIFA, aveva trovato l'accordo con gli arabi, che avevano pronto per Angelino un triennale da più di 7 milioni all'anno e concordato coi giallorossi un prezzo di 25 milioni per il cartellino. Sembrava tutto fatto, tanto che Gasperini, per sostituire lo spagnolo, aveva fatto i nomi del belga De Cuyper del Club Brugge e, per un'operazione meno costosa, di Robin Gosens della Fiorentina, quest'ultimo da lui lanciato proprio ai tempi dell'Atalanta.
Non se n'è fatto nulla banalmente perché Angelino non ha trovato l'accordo con l'Al-Hilal: prima ha chiesto il triplo dell'ingaggio attuale, ovvero 3×3=9 milioni all'anno, poi gli arabi sembravano poter accettare ma si sono avvicinati nuovamente a Theo Hernandez (la cui resistenza è stata poi vinta). Alla fine, Ghisolfi, allora ancora ds giallorosso prima dell'arrivo di Massara, ha preferito tagliare corto per non rischiare di sforare il termine del 30 giugno per rientrare nei paletti imposti dalla FIFA. E così il problema Gosens-Roma è rimasto un'eventualità e non si è mai realmente posto.
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