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I FANTASMI DEL '77 TORNANO A FIRENZE

Fiorentina, così male solo nel ’77-’78: chi c’era e come andò

Vittorio CollicelliRedattore 
Tra fantasmi del passato e presente da incubo, la Fiorentina di Pioli rivive il dramma del 1977-78: solo tre punti e tanta paura viola.

Halloween si avvicina, e la partenza della Fiorentina in questo campionato è un vero e proprio horror. Dopo sette giornate, la squadra di Stefano Pioli non ha ancora trovato la prima vittoria in Serie A, riuscendo a ottenere soltanto tre punti, frutto dei pareggi contro Cagliari, Torino e Pisa, che al momento la condannano alla zona retrocessione, insieme a Pisa e Genoa.

La situazione in casa viola non è affatto semplice, e il nervosismo di mister Pioli nelle interviste post partita ne è una chiara dimostrazione, così come ilmea culpa di Daniele Pradè, finito nel mirino del tifo viola ormai da qualche anno per un lavoro giudicato insufficiente. La squadra sembra priva d’identità, lenta nella manovra e fragile mentalmente, nonostante un organico che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto garantire ben altre ambizioni.

Un déjà-vu che riporta al 1977-78

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Eppure, nella storia viola, non è la prima volta che l’avvio di stagione si trasforma in un incubo.Bisogna tornare alla stagione 1977-1978 per trovare una partenza altrettanto deludente: anche allora, dopo sette giornate, la Fiorentina aveva raccolto soltanto tre pareggi (contro Milan, Foggia e Roma) e quattro sconfitte, tra cui un pesantissimo 5-1 contro la Juventus.

Fu una stagione tribolata, in cui la Fiorentina cambiò addirittura tre allenatori: da Carlo Mazzone a Mario Mazzoni, fino a Giuseppe Chiappella. Solo all’ultima giornata la squadra riuscì a conquistare la salvezza, grazie alla miglior differenza reti nei confronti di Genoa e Foggia.

Una squadra tra esperienza e giovani promesse

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La Fiorentina di quella stagione era una squadra in bilico tra passato e futuro. In porta iniziò Pietro Carmignani, veterano di esperienza, ma poi subentrò un giovanissimo Giovanni Galli, destinato negli anni successivi a diventare uno dei portieri più affidabili del calcio italiano. In difesa, uomini di carattere come Giancarlo Galdiolo e Mauro Della Martira cercavano di dare solidità a un reparto spesso sotto pressione.

A centrocampo, il faro era ovviamente Giancarlo Antognoni, già capitano e simbolo della squadra, affiancato da giocatori di qualità come Antonio Di Gennaro, Domenico Caso e Andrea Orlandini. In attacco, invece, il peso dei gol era affidato a Claudio Desolati e Pierino Prati, con l’obiettivo di ridare verve a un reparto offensivo che faticava a trovare la via della rete ma se Mario Mazzoni non avesse scoperto tra le riserve Ezio Sella mettendolo al centro dell'attacco forse la stagione sarebbe andata un maniera diversa.

Una rosa non priva di talento, ma segnata da discontinuità e fragilità, che rifletteva perfettamente le difficoltà di una stagione vissuta sempre sul filo del rasoio.

Pioli e la sfida della rinascita

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Il paragone con il passato può spaventare, ma può anche fungere da monito.Pioli, che nonostante l’esperienza e la calma apparente si trova a gestire uno spogliatoio in difficoltà, dovrà riuscire a invertire la rotta in fretta. L’obiettivo non è solo quello di recuperare terreno e uscire il prima possibile dalla zona retrocessione, ma soprattutto di ridare identità e fiducia a una squadra che sembra aver perso la bussola.

Il calendario non aiuta: nelle prossime settimane la Fiorentina dovrà affrontare avversari di livello, e senza un cambio di passo immediato, il rischio di un’altra stagione sofferta diventa concreto.La speranza dei tifosi viola è che, come nel 1978, anche questa volta la storia non si ripeta fino in fondo e che l’incubo finisca prima di arrivare all’ultima giornata.