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Difesa: cambiano i tecnici, restano i problemi. Ad ora, Pioli come Palladino

Niccolò Ghinassi
Niccolò Ghinassi Redattore 
Panchina e squadra rinnovata, lacune che restano. I viola di Pioli, dopo cinque gare, hanno gli stessi problemi di quelli di Palladino.

Una Fiorentina spaesata, tallonata, in confusione. Questo si è visto (soprattutto nel primo tempo) in Fiorentina-Napoli, match che ha evidenziato le ancora molte lacune dei viola, ed il gap che, ahimè, ad ora rimane con la prima della classe. RISULTATI E CLASSIFICA DI SERIE A Lacune che si sono manifestate soprattutto nella retroguardia gigliata, che in questo avvio di stagione non è stata certo brillante. Andiamo ad analizzare la difesa a 3 di Pioli, alcuni singoli in difficoltà, e riflettiamo insieme su come i problemi evidenziati l'anno scorso in fase difensiva si stiano riproponendo anche in questo avvio di stagione.

Il dubbio amletico: difesa a 3 o a 4?

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È inutile girarci attorno, uno dei temi più dibattuti nelle ultime stagioni è la difesa. Fu così per l'inizio di Palladino, il quale infatti poi si "convertì" a partire dal secondo tempo di Fiorentina-LazioLEGGI QUI, è così al momento per Stefano Pioli. Sì, perché la linea a 3 ieri sera è apparsa subito in affanno, provata dal poco filtraggio del centrocampo viola rispetto alle incursioni dei centrocampisti offensivi partenopei, oltre che distratta e apatica in alcune occasioni chiave (vedi il terzo gol del Napoli). Analizzando i singoli, poi, Pongracic ha provato a lottare contro Hojlund, ma quando si è trovato spesso solo nell'uno contro uno con il danese, ha pagato la miglior prestanza fisica e tecnica dell'attaccante di Antonio Conte. Ranieri, poi, nonostante la rete finale, ha la grave colpa di addormentarsi sul terzo gol di Beukema, mentre Comuzzo è andato da subito in difficoltà causando il rigore dell0 0-1 e, in occasione dell'azione che ha portato al penalty, non ha anticipato proprio  Zambo Anguissa nella triangolazione che avrebbe portato in seguito al fallo decisivo. Insomma, un reparto troppo isolato, forse, quello visto ieri in campo al Franchi, a maggior ragione contro una corazzata come quella azzurra, che infatti ha approfittato del poco raccordo tra difesa e centrocampo, ma anche tra centrocampo e attacco viola (Dzeko in particolare non ha convinto nell'interpretazione del ruolo). Un reparto, quello difensivo, che, tra l'altro, anche al principio della scorsa stagione aveva manifestato problemi molto simili.

Il confronto: cambiano i tecnici, restano i problemi

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Analizzando in particolare le prime cinque partite della Fiorentina 2024-2025 e di quella 2025-2026 (VEDI GRAFICO SOFASCORE IN BASSO), possiamo notare come l'andamento sia molto simile. In particolare, la Fiorentina di Palladino aveva totalizzato cinque pareggi tra Serie A e Conference League, mentre Pioli 2 vittorie, 2 pareggi ed una sconfitta, mentre per quanto concerne la difesa, erano 7 i gol subiti dai viola l'anno scorso e 6 in questa stagione. La media delle grandi occasioni avversarie a partita si stabilizza sulle 2.80, mentre 12 i tiri concessi ad ogni match, come 5.40 quelli in porta. L'unico dato percentuale diverso, la porta inviolata (20% Palladino, 40% Pioli), ma la sostanza non cambia. Dopo cinque partite, la Fiorentina 2025-2026 appare molto simile a quella dell'anno scorso in fase arretrata. Vuoi per la rivoluzione tecnica che ha portato ad un nuovo, ulteriore ciclo, vuoi per gli stessi giocatori nella linea a 3 difensiva, vuoi per il modulo scelto e sul quale Pioli sembra voler insistere, ad ora la Fiorentina non ha tratto benefici dal nuovo corso in fase arretrata, e adesso, alla luce della partita col Napoli, serve trovare una direzione chiara per aggiustare il tiro. Pioli ne ha le capacità e le competenze, dopo 5 partite stagionali, però, è ora di metterle in campo.

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