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Che fine ha fatto? Portillo: da Galactico a vice Riganò, oggi punta alla Conference

Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

Solo che le cose non andarono esattamente come nei piani, per lo meno da un certo punto in poi. Quella era la Fiorentina di Riganò, Vryzas, Nakata, Fantini e dell'altro nuovo arrivato Miccoli, che finì subito in concorrenza con Portillo per un posto accanto al bomber-muratore, eroe del ritorno nel calcio che conta. "Miccoli? Buon giocatore, ma io sono disposto a giocare con Riganò, con Miccoli, oppure possiamo giocare tutti e tre insieme, perché no… l'importante è giocare. In panchina soffro molto". E quanta sofferenza, per Portillo, nei cinque mesi successivi... Non cominciò neanche male, gol al Como su assist di Vryzas, ma Mondonico aveva le idee chiare: "Portillo ha il vizio di fare gol, ma è ancora acerbo tatticamente. Riganò è indubbiamente il nostro migliore attaccante". Ne nacque un dualismo che spaccò la piazza: l'agente di Portillo puntò il dito contro l'allenatore, mentre la prima parte di campionato fu avara di soddisfazioni per l'attaccante spagnolo, Intanto venne fuori anche Miccoli, e lo spazio si ridusse tanto da irritare pure il ds del Real Butragueno: "Portillo va tutelato. E' stato ceduto in prestito in Italia perché venisse fatto giocare. Quello che succede a Firenze non fa comodo a nessuno. Perché Portillo gioca così poco? Non ne ho idea, ma la cosa non mi piace". Mondonico venne sostituito da Buso e le cose parvero andare meglio, ma ad un dicembre incoraggiante con un paio di reti, tra cui la prima in campionato al Chievo, fece seguito un inizio di gennaio 2005 di buio totale. Per non perdere un capitale, il Real decise di richiamarlo immediatamente alla base: "Torno a casa, nella squadra della mia vita. D'altra parte però sono molto triste perché mi piace Firenze, mi piacciono i tifosi, mi piace la Fiorentina. Sono stati sei mesi molto belli, è stato tutto positivo", le ultime parole in viola di Portillo.