Ci sono meteore che non fanno rumore, ma lasciano una scia fatta di promesse mai mantenute e domande senza risposta. Matthias Lepiller, attaccante francese classe 1988, è una di quelle. Arrivato alla Fiorentina giovanissimo e con un investimento importante alle spalle, sembrava destinato a grandi cose. Ma il salto tra sogno e realtà, a volte, è un burrone difficile da colmare. Nella nostra rubrica “Meteore Viola”, ripercorriamo la storia di questo talento fragile, che a Firenze brillò solo nei campionati giovanili, prima di perdersi in un lungo giro d’Europa alla ricerca di sé stesso.
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Che fine ha fatto? Matthias Lepiller, dal sogno viola alla crêperie in Normandia
Il suo arrivo in riva all’Arno, nel 2006, fu accolto con entusiasmo: 600.000 euro per un ragazzo appena maggiorenne, già nel giro della nazionale U17 francese, con due presenze in Ligue 2 col Le Havre. Aggregato alla Primavera, sotto la guida di Alberto Bollini, Lepiller fece faville: 25 gol in due stagioni, protagonista nella vittoria contro la Juventus nella fase finale del Trofeo Giacinto Facchetti. Tecnico, elegante, capace di svariare su tutto il fronte offensivo. Sembrava solo questione di tempo prima dell’esordio in Serie A. E invece, quell’esordio non arrivò mai.
Mai un minuto con la prima squadra, mai una vera chance con Prandelli. Mentre intorno a lui compagni come Jovetić, Di Carmine o Papa Waigo cominciavano a respirare l’aria del “grande calcio”, Lepiller restava intrappolato tra allenamenti, panchine e prestiti estemporanei. Una meteora, sì. Ma a corrente alternata.

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