Che fine ha fatto? Marcio Santos: il Mondiale, Sharon Stone e la grande paura

Un campione del mondo acquistato da una neopromossa? Nel calcio di oggi sembra pura utopia, ma c'era un tempo in cui questo poteva succedere, in Serie A. Oggi in Meteore Viola, raccontiamo la storia di Marcio Santos. Il difensore brasiliano arrivò a Firenze dopo aver raggiunto la cima del mondo, ma in Toscana non ebbe fortuna. Marcio Santos nasce a San Paolo il 15 settembre 1969. Fin da piccolo inizia a giocare a calcio, come la maggior parte dei suoi connazionali. Il Paulista approda nel settore giovanile del Novorizontino, dove gioca da difensore. Santos non è il classico talento verdeoro, niente giocate da fenomeno, solo un gran fisico e ottime doti difensive. Non a caso nel 1990 va all'Internacional de Porto Alegre, dove viene inserito nella lista dei migliori difensori del campionato. Nel 1992 passa al Botafogo, ed il salto in avanti arriva pochi mesi dopo, quando il Bordeaux lo porta nel Vecchio Continente. Il Bordeaux in quegli anni dispone di 3 giovani di talento, che in futuro diventeranno tutti campioni del mondo, ovvero: Bixente Lizarazu, Christophe Dugarry e Zinedine Zidane. Ma il primo Girondin a conquistare il Mondiale sarà proprio Marcio Santos. Come sappiamo bene, il Brasile del 1994 vince il suo quarto titolo negli States, in un caldo pomeriggio a Pasadena, con i rigori sbagliati da Massaro, Baresi e Roberto Baggio. La nazionale verdeoro di Parreira è decisamente lontana dallo splendore tecnico di altre sue versioni, come quelle del 1970 e del 1982. Parreira opta per il solito 4-2-2-2, con due mediani di sostanza come Dunga (a proposito di viola) e Silva, con due trequartisti "tattici" come Mazinho (altra conoscenza fiorentina), Leonardo o Zinho. La difesa è composta da "Pluto" Aldair, che dirige il reparto con eleganza e sicurezza, e proprio da Marcio Santos. Taffarel mantiene la porta inviolata per ben 5 partite su 7, un dato decisamente poco brasiliano, con la coppia Bebeto-Romario che davanti fa la differenza. Tra l'altro lo stesso Marcio Santos sbaglierà l'unico rigore verdeoro della serie finale, ma questo non toglierà l'attenzione dei grandi club europei dal suo conto. La Fiorentina del 1994 è una neopromossa di lusso. Dopo la tremenda retrocessione di un anno prima, Vittorio Cecchi Gori non ne ha voluto sapere, trattenendo quasi tutti i big di quella squadra (partirà il solo Laudrup). La viola domina la B e risale subito in A. In panchina c'è Claudio Ranieri, ed in estate il ds Cinquini consegna al tecnico di Testaccio una formazione molto competitiva. Effenberg torna in Germania, ma a Firenze arrivano Rui Costa, Sandro Cois, Andrea Sottil e proprio Marcio Santos. Ma l'arrivo del brasiliano ha una storia tutta da raccontare. Prima la Fiorentina si interessa a Lilian Thuram, promettente centrale del Monaco, ma Arsene Wenger convince i monegaschi a trattenerlo. Tra l'altro lo stesso Thuram anni dopo, ricorderà di come sia stata la Fiorentina a "scartarlo": "Incontrai il signor Antognoni, fu un piacere. Gli promisi che sarei venuto a giocare per la Fiorentina. Fui bocciato perché secondo un dirigente viola portando gli occhiali, non ero ritenuto affidabile per problemi di vista". E così Cinquini guarda sempre in Francia, bussando in casa Bordeaux. In realtà i girondini stanno cedendo il Marcio Santos al Tottenham, fino all'intervento di Vittorio Cecchi Gori. Marcio Santos nel 1992 rimane folgorato (e non solo lui) al cinema dalla bellissima Sharon Stone, così una volta venuto a sapere dell'attività cinematografica del presidente viola, avanza una richiesta. Il brasiliano chiede a Cecchi Gori di poter organizzare una cena con l'attrice. La risposta di Cecchi Gori è folcloristica (come suo solito): "Se fai 9 gol (poi diventati 7 anni dopo), ti organizzo una cena con lei, a mie spese". E così Marcio Santos con la Coppa del Mondo conquistata, e con un altro trofeo da guadagnarsi, arriva a Firenze. Il campionato italiano è l'università dei difensori, e Santos se ne accorge. La Fiorentina di Claudio Ranieri parte fortissimo, con Batistuta che addirittura segna per 11 gare di fila. Addirittura i viola a fine stagione saranno il secondo attacco della Serie A, e quella sarà l'architrave della squadra che la stagione successiva conquisterà il terzo posto in Serie A, e la Coppa Italia. Ma la difesa fa acqua da tutte le parti, risultando la terza peggiore in A. La squadra di Ranieri termina al decimo posto, dopo una prima metà di annata in zona Uefa. Ma la scommessa? Neanche l'ombra. Marcio Santos segna dopo poche giornate al Torino, e si ripete a fine stagione contro il Napoli, ma le reti finali saranno 2. Inoltre non avrà nemmeno l'occasione di incrementare il suo bottino in maglia viola, visto che la dirigenza lo spedisce all'Ajax senza tanti rimpianti nell'estate del 1995. Ad Amsterdam non trova il feeling con Van Gaal (poco incline ai giocatori sudamericani), e torna in patria. Riconquista anche la Nazionale nel 1997, quando veste la maglia del suo San Paolo. Dal 2001 al 2006 la sua carriera sarà quella di un giramondo. Giocherà in due squadre cinesi, una boliviana e 4 brasiliane, ritirandosi proprio nel 2006. Purtroppo gli anni successivi al ritiro non sono stati semplici. Nel 2008 Marcio Santos è stato colpito da un ictus, che per fortuna non gli ha lasciato gravi conseguenze, dopo 5 giorni di ospedale. L'ex difensore è tornato nel mondo del calcio nel 2020, diventando coordinatore sportivo del Santos, salvo poi abbandonare pochi mesi dopo. Da lì in poi il suo legame col calcio è terminato, dato che si è ritirato a vita privata. In Brasile rimane una figura rispettata, un Campione del Mondo, che ha contribuito a portare gloria al suo popolo, con quel pallone che fa aumentare le pulsazione del paese come nessun'altra cosa. A Firenze non ebbe fortuna, nonostante una scommessa assai ambiziosa. [promo_web_app]