Ad oggi, vedendo l'ultima (tatticamente perfetta) prestazione della Fiorentina contro l'Atalanta, per Adli si potrebbe quasi più pronosticare un ruolo da mediano/mezzala nei momenti in cui la Fiorentina ha bisogno di recuperare la partita, ma forse nulla di più.
Contro i bergamaschi era a disposizione, ma gli è stato preferito Richardson (più fisico) a partita in corso: e non dimentichiamoci di Ndour. Le partite (Conference permettendo) ci saranno e "tante"; difficile pensare a un nullo impiego del francese da qui a fine stagione. Per reintegrarlo, pare che la Fiorentina debba resettare i suoi equilibri, ma c'è veramente bisogno di farlo? Nel finale di stagione, purtroppo per Adli, conta più l'obiettivo di squadra che il benestare di tutti gli elementi del gruppo. Gioca chi sta meglio e chi è più funzionale, perchè adesso è il momento decisivo della stagione.
Infortunio e mercato
—A suo sfavore c'è da considerare anche il lungo infortunio alla caviglia (di un mese circa, da febbraio a marzo) che lo ha un po' allontanato dal campo e dunque, dalle gerarchie di Palladino. Tutto è sembrato scricchiolare da quell'errore, insieme a Comuzzo, nella gara casalinga contro il Torino. Da lì, complice poi il successivo l'infortunio, più schizzi che capolavori (solo 14 minuti in campo da febbraio).
Che in ballo ci siano anche condizioni legate al mercato? La Fiorentina, per riscattare il francese, dovrebbe versare circa 13 milioni al Milan. Interessante sarebbe un possibile scambio alla pari con Sottil (valutato 10), ma i rossoneri non sembrano intenzionati a puntare sull'esterno italiano. Con un Fagioli che dovrà essere riscattato, la Fiorentina potrebbe essere ancora intenzionata a riscattare anche Adli? Ecco che spuntano dubbi e perplessità, per non dire pessimismo. Al Milan, Adli ha agguantato il cuore del tifo rossonero perché si è fatto trovare prontissimo nel momento del bisogno. Ritrarre il momento; come faceva Monet. Anche a Firenze, Adli si è fatto trovare pronto, forse più di qualunque aspattativa possibile (tre reti e quattro assist in A), ma sempre di momenti sembra siamo destinati a dover parlare. Un percorso che inizia con la luce e la visibilità, ma che termina nell’indistinto e nell’astrazione (ecco ancora ritornare la metafora con le Cattedrali di Monet).
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