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Infantino e non Castrovilli. Diventa un rimpianto anche la lista UEFA?

Filippo Caroli Redattore 
La lista UEFA condanna Castro a vedere la gara col Brugge dalla tribuna

Al di là di come la si pensi di tutta la vicenda e della caratura tecnica del ragazzo, è innegabile che perdere a parametro zero un patrimonio della Fiorentina come Gaetano Castrovilli sia semplicemente e banalmente un grande peccato. Lo sarebbe stato in ogni caso, per qualsiasi calciatore viola, lo è a maggior ragione se parliamo di un calciatore come lui. E questo perché Castrovilli con Firenze ha sempre vissuto un rapporto d'amore. Qui è cresciuto calcisticamente, si è affinato, ha conquistato la maglia della Nazionale, si è innamorato e ha messo su famiglia. Castrovilli ha indossato la 10 che fu di Antognoni e, in generale, ha sempre onorato la maglia viola, che poi è la cosa più importante.

Eppure la sua avventura in riva all'Arno sembra destinata a finire dopo 7 lunghi anni, gli ultimi due più simili a un calvario che ad un biennio sportivo. Trattative per il rinnovo che non decollano, gli infortuni, una cessione saltata poco prima della firma, le operazioni, tanti mesi di stop. Castrovilli è finito sempre più ai margini della rosa durante la sua lunghissima riabilitazione e le cose non sono migliorate man mano che si avvicinava il rientro (con la prima panchina arrivata a marzo 2024). Eppure, il gol di ieri e la prestazione di ieri hanno fatto sbattere le mani sul tavolo a tanti tifosi gigliati: "Quanto avrebbe fatto comodo...", si sussurra nei bar del centro.

Già, perché la Fiorentina si appresta ad affrontare la partita più importante della stagione: il ritorno con il Brugge che potrebbe sancire la seconda finale europea consecutiva per Biraghi e soci o, viceversa, l'uscita dalla competizione su cui, è opinione comune, la squadra abbia fatto un ideale all-in. Una partita che Castrovilli non giocherà. E non per qualche strano motivo ma perché il classe '97 non rientra nella lista UEFA, che la società ha dovuto consegnare a inizio febbraio, a mercato invernale chiuso. Una scelta legittima, probabilmente giusta in quel momento, ma che presenta anche delle stonature. Perché nella lista (non modificabile) è presente Gino Infantino, vero e proprio oggetto misterioso della rosa gigliata. Infantino fin qui ha collezionato una sola presenza (da subentrato) in Conference coi viola: 23 minuti nella festa del gol contro il Cukaricki nei gironi di qualificazione, da lì in poi solo panchine. E allora viene spontaneo pensare che un po' di rimpianto possa esserci. Perché il Castrovilli visto ieri poteva assolutamente dire la sua col Brugge e nell'eventuale finale.



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