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IL METRONOMO

Priorità al campo ma testa (anche) al mercato: lacune da colmare e scelte forti

Simone Bargellini Vice direttore 
Due mesi per decidere la strategia. Tra ruoli scoperti (gli esterni d'attacco) e valutazioni tecniche, ma anche mentali. Senza guardare in faccia nessuno

Non c'è tempo da perdere per la Fiorentina. Servono risposte (e punti) subito, a partire dalle partite con Juventus e Atalanta dopo la sosta. La classifica è già preoccupante e rischia di farsi terrificante se non si inverte subito il trend. Lo sa bene Paolo Vanoli che ha già iniziato il suo lavoro sia sul piano mentale che sul piano tecnico/tattico, con un'attenzione particolare alla questione atletica. Il focus è solo sul presente, ovviamente, ma in parallelo saranno fatte valutazioni a medio termine, da qui al mercato di gennaio.

Due mesi per capire chi è ancora utile e pienamente coinvolto, e chi invece non si è calato nel modo giusto in questo stato di emergenza ed è meglio farne a meno. Serviranno scelte anche forti, se necessario, sperando che la situazione non sia disperata. La rosa della Fiorentina è numericamente ampia (27 giocatori), alcuni dei quali ad oggi superflui o addirittura inutili. Toccherà a Vanoli la valutazione tecnica, ridefinire le gerarchie e il vestito tattico migliore per la sua Fiorentina. Già lo scorso anno a Torino il tecnico cambiò modulo in corsa, passando dal 3-5-2 al 4-2-3-1, soluzione questa poco praticabile nell'immediato.

Ecco, una cosa si può immaginare già da oggi: l'arrivo di almeno uno, se non due, esterni d'attacco. O quantomeno di calciatori che abbiano lo strappo, il dribling, la capacità di inventare una giocata dal nulla. O di spaccare la partita entrando dalla panchina. La più grande lacuna dello scorso mercato estivo a cui Goretti dovrà provare a porre rimedio. Chissà se qualche indizio arriverà già domani, dalla conferenza stampa congiunta dei neo DS e mister.

Se dovessimo basarci su quanto visto ad oggi, servirebbe di tutto: difensori, centrocampisti, attaccanti. Ma il giudizio rischia di essere falsato da un disastro tecnico che ha coinvolto tutti, nessuno escluso. Tocca a Vanoli ripristinare concetti di squadra e, di conseguenza, valorizzare anche i singoli. Solo a quel punto si potrà intervenire in modo mirato, purchè nel frattempo i dirigenti abbiano già preparato il terreno.