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L'oggi
—La premessa è che questi ultimi venti giorni di 2024 sono tutt'altro che semplici per la Fiorentina, e in particolare per Palladino. Il gruppo infatti ha mostrato e sta mostrando qualche primo e più che comprensibile segno di stanchezza per la “folle” corsa fatta fin qui e, ovviamente, per tutto il peso che ha dovuto caricarsi sulle spalle dopo il malore accusato da Bove. Il mister insomma dovrà saper gestire al meglio le forze e non a caso ultimamente, e vedremo come si comporterà domani, ha un po' cambiato la strategia. Non più la rosa divisa in due compartimenti stagni (uno per la serie A, uno per la coppa) ma rotazioni più ibride e alternate. L'altro compito, per Palladino, sarà trovare un nuovo equilibrio tattico. Da un lato la pesantissima assenza di Edoardo infatti, e dall'altro il rientro di Gudmundsson, gli impongono dei cambiamenti. Con una stella polare: esaltare le qualità dell'islandese. Non ci sarebbe da stupirsi insomma se si andasse verso un cambio di modulo anche se, almeno fino a gennaio, la coperta a centrocampo per passare al 4-3-2-1 rischia di esser corta.
Tutto comunque sta nel decidere se far coesistere l'ex Genoa con Beltran. Possibile, in teoria, ma nella pratica (e anche in questo caso fino a quando il mercato non porterà qualcosa di nuovo) credo sia più facile vederli alternarsi anche se l'argentino ha già dimostrato (soprattutto lo scorso anno, ricordare la partita in casa con la Lazio giocata quasi da mezzala?) di avere le capacità aerobiche per provare a fare un ruolo “alla Bove”. E così veniamo al “domani”.
Il domani
—Cosa andare a cercare sul mercato di gennaio? Io vedo due priorità assolute: un vice Kean, e un centrocampista. Per il momento insomma, considerando quanto possa esser difficile andare a cercare un grandissimo uomo offensivo (ne parliamo tra poco...) mi concentrerei su quei due ruoli ben sapendo che trovare un giocatore con le caratteristiche e le capacità di Edoardo è molto ma molto difficile. Un nome buono è sicuramente quello di Folorunsho, che da metà campo in avanti può fare praticamente tutto, ma se proprio dovessi scegliere io andrei su un interno puro che, appunto, permetta al mister di andare sul 4-3-2-1. Un nome? Fazzini, dell'Empoli. Per il resto, nei prossimi mesi, penserei anche (e parecchio) al futuro.
Il dopodomani
—E così siamo arrivati al “dopodomani”. Primo aspetto: anticipare, o quantomeno gettare basi concrete, per i riscatti di Adli, Cataldi e Gosens. Secondo aspetto: fare una testa così a De Gea per fargli firmare il prima possibile il prolungamento. E poi, giusto per tornare alle difficoltà nel trovare un uomo offensivo che faccia la differenza a gennaio, mi butterei con tutte le mie forze su Nico Paz. Missione difficile, mi rendo conto, ma muovendosi adesso e con feroce convinzione (forse) si possono ancora anticipare i grandissimi club. Certo, significa mettere in conto un investimento probabilmente vicino o superiore ai 30 milioni (il Como l'ha pagato 15 l'estate scorsa) ma per un ragazzo del genere, così giovane, e con richieste d'ingaggio ancora alla portata ne varrebbe (eccome) la pena. Di sicuro, preferirei spenderne diciamo 35 per lui a giugno, che non una 15ina oggi per Berardi. Uno che andava preso due anni fa, non ora.
Si vedrà. Intanto non resta che stringersi attorno a questo (meraviglioso) gruppo cercando di aiutarlo a compiere quest'altro, complicatissimo sforzo. Al resto poi dovrà pensare la società ma l'immagine che deve fare da esempio, a tutti, è quella di domenica scorsa. La squadra sotto la curva, i cori, l'abbraccio reciproco. E' sembrata quasi una richiesta di aiuto e nessuno, come questi giocatori, hanno dimostrato di meritarselo.
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