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La Fiorentina non pensa a Spalletti. Abbiamo sopravvalutato il mercato
La Fiorentina fa paura, ma i numeri ancora di più. E’ la peggior partenza nell’era dei tre punti, la squadra viola è l’ultima dell’intera Serie A per tiri in porta e occasioni da gol create, tanto per dare qualche dato e mi fermo qui per non deprimere nessuno. Se siamo onesti, diciamolo: il Pisa avrebbe meritato di vincere. Che fare? La domanda è inquietante e imbarazzante al tempo stesso. Sono sincero, se in panchina non ci fosse Stefano Pioli bisognerebbe cominciare a pensare a un esonero dell’allenatore. C’è la sensazione che la squadra non lo segua. Ma c’è Pioli. Con questo non voglio dire che sia un intoccabile, anche lui conosce benissimo le dinamiche del suo mestiere, a volte incredibili e misteriose, ma quando in panchina c’è uno con la sua esperienza, la sua storia e i suoi successi anche recenti, pensi che dopo appena cinque giornate abbia ancora la forza, le armi e la capacità per portare la Fiorentina fuori da questa situazione critica. Ti affidi a lui. La palla la lanciamo ancora a lui, ben sapendo che il bonus non è e non sarà infinito e che le soluzioni vanno trovate in fretta, visto che giovedì parte la Conference e poi ci sarà un filotto di partite che comprende Roma, Milan e Inter. Sfide che sembrano impari per questa squadra, ma che invece potrebbero essere lo stimolo giusto. Lo vedremo e lo speriamo.
Intanto posso dire che la Fiorentina non ha contattato Luciano Spalletti. E’ chiaro che quando c’è un allenatore libero di questo spessore, tifoso viola, ex giocatore delle giovanili, il pensiero corra veloce, diventi quasi un automatismo, c’è una soluzione in giro senza bisogno di cercarla tanto. Tanto più che Pradè l’ha avuto alla Roma e lui stesso, Spalletti, in settimana non ha nascosto il pensiero di poter allenare, un giorno, la Fiorentina. La fiducia in Pioli resta intatta, questo il messaggio di radio Viola Park.
Ma non ne abbiamo mai dubitato, conosciamo bene il modus operandi di Commisso che si lega sempre ai suoi uomini, a volte anche troppo. E non è questo il caso. Anzi, questo è ancora di più il momento della compattezza, della difesa del lavoro dell’allenatore nei confronti del gruppo perché arriva la Conference e la coppa era e resta il primo obiettivo stagionale. Ovvio che ci si interroghi su cosa non stia funzionando, anche con incredulità nel vedere fantasmi come Gudmundsson, la scarsa vena di Kean, un Dodò che corre a vuoto, le difficoltà di tutti. E allora pongo e mi pongo un altro interrogativo: abbiamo sopravvalutato il mercato e quindi questa squadra? Comincio a pensarlo davvero. Forse 92 milioni sono stati spesi male, a cominciare dai soldi per i riscatti. Gudmundsson è esattamente il giocatore inutile dell’anno scorso. Sarà mica che questo è il suo livello, l’anno a Genova è stato un’eccezione? Un altro caso è Fagioli. Mi auguro di no per la Fiorentina e per lui, ma quel bel giocatore che era, quel talento puro, si sarà mica perso nelle nebbie di tante cose che conosciamo? Ma anche Kean, tra quello che non segnava più e il fenomeno dell’anno scorso, magari la sua vera dimensione sta nel mezzo. E Dzeko, chi l'ha preso avrebbe dovuto sapere se è ancora in grado di giocare in Serie A oppure è all’ultimo giro di valzer.
Per non parlare degli acquisti estivi. Ho dato sei e mezzo al mercato, dicendo che la squadra dell’anno scorso era più forte e più esperta, ma questa sotto la guida di Pioli avrebbe potuto superarla. Non sta accadendo. C’è un evidente deficit di personalità e allora ho già scritto e ripeto, forse sarebbe stato meglio valutare prima di prendere tutti giocatori da squadre retrocesse o quasi come Empoli, Venezia, Cagliari e Parma. Forse non se ne sono accorti.
E’ proprio la personalità che manca a questa squadra e anche giocatori come Gosens fanno fatica da soli a fare la differenza. Pioli pensa di essere vicino a trovare una soluzione e ce lo auguriamo tutti, a Pisa qualcosa di più s’è visto, ma troppo poco. E poi credo che peggio del secondo tempo col Como sia difficile. A volte però basta un episodio, una vittoria, una scossa a far cambiare rotta: l’aspettiamo. Purtroppo, in questo momento non c’è neppure una società forte e l’ho già scritto. Servirebbe qualcuno oltre l’allenatore, in grado di prendere di petto le cose, capace di fare da parafulmine e da stimolo nello stesso tempo. Senza Commisso è dura. Non bastano le videoconferenze o le telefonate continue. Pradè è in difficoltà da mesi, contestato dai tifosi e sicuramente a fine ciclo. A Ferrari è stato dato un compito che va oltre la sua esperienza. Dopo una sconfitta si nascondono tutti e non va bene. Non resta che confidare in Pioli ancora per un po’, nel ritorno dl suo “tocco magico” ammirato ai tempi del Milan, sperare nell’orgoglio di una squadra che non può essere questa, non può affondare così, deve reagire alla sfiducia e alla rabbia dei tifosi che non l’hanno ritenuta neppure degna del saluto, l’hanno mandata via. Non può essere questa la stessa Fiorentina che due mesi fa parlava di Champions. Meditate…
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