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Ecco il West Ham. Dalle bolle di sapone al nuovo Ferguson… e gli italiani!

Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Se pensate che il West Ham sia una squadra dal gioco bello e pulito vi sbagliate. Sono una squadra scabrosa e ultra fisica. La loro coppia di mediani, formata da Declan Rice, il top player della squadra. Capitano e trascinatore in campo, e Tomas Soucek è tostissima. Abbina quantità, gol e intensità. Giocano molto sulle seconde palle, frutto del sacrificio dei loro attaccanti. Antonio infatti, non è un goleador. Ma i lanci lunghi per lui fruttano diverse palle sporche sulle quali poi si costruiscono le opportunità di riconquista. Nella miglior versione il West Ham mette la partita sui binari dell'intensità e della fisicità. Ma non sono una squadra che impone il gioco. Non amano far girare molto la palla, e i loro giocatori di talento, Bowen Benrhama e Paquetà si esaltano negli spazi e in verticale, non sono uomini di possesso. La squadra tiene un baricentro basso, e sfrutta moltissimo le palle inattive. Ma la mancanza di un numero 9 vero si è sentita. Scamacca infatti non è stato mai integrato da Moyes, e ha patito diversi infortuni. Il top scorer stagionale in campionato è Benrhama con 6, e in Conference Antonio è alla stessa cifra. Una squadra con elementi di grande valore, come quelli citati, ma anche con altri come Areolà (il portiere di coppa), e il marocchino Aguerd in difesa. Non a caso la rosa vale 450 milioni, contro i 230 della Fiorentina. Insomma per gli uomini di Italiano non sarà semplice

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