Motore, azione: "Cesare Prandelli e la Fiorentina". Ciak, si gira il sequel. Questo pensavano tifosi e addetti ai lavori quando, esonerato Iachini, la società gigliata aveva deciso di affidare la panchina al tecnico di Orzinuovi. Del resto, nessuno come Prandelli era in grado di portare in dote un tale coinvolgimento emotivo con la piazza di Firenze. Una vasta gamma di stati d'animo: dalla speranzosa rievocazione del passato, alla contrarietà decisa di chi la bollava come la più classica delle "minestre riscaldate". Giornate frenetiche, fra rumors, conferme ed infine ufficialità. Oggi che sentiamo già parlare di bilanci della sua gestione, sembra essere passata un'era - calcistica, almeno.
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“Ave Cesare”: così ti conquisto la Dacia (Arena), di nuovo
Cesare Prandelli, condottiero della truppa Fiorentina, torna ad Udine a distanza di tre mesi: quando arrivò la prima vittoria del suo secondo mandato in viola
La campagna di Udine
Facciamo un passo indietro: è il 25 Novembre 2020, Udine. Prandelli è subentrato a Iachini da meno di due settimane. È alla seconda panchina, dopo l'amaro esordio casalingo. Fiorentina sconfitta per 1-0 dal Benevento, tra le mura del "Franchi". La partita mette in palio l'accesso agli ottavi di Coppa Italia, nella prima trasferta del Prandelli bis. La gara al vecchio "Stadio Friuli" si protrae oltre i tempi regolamentari, all'esito di un sostanziale equilibrio. Vlahovic gioca titolare, ma è assai lontano dall'essere il killer, sicuro di sé in area di rigore. Fortuna vuole che, a togliere le castagne dal fuoco, ci pensi un giovane spagnolo. Montiel, gettato nella mischia pochi minuti prima, batte Musso con un delizioso mancino dal limite. È il 112': il classe 2000 viene festeggiato dai compagni e fa esplodere la panchina, fin lì consumata dalla tensione. Delle vicende del gioiellino iberico - mai più sceso in campo da allora - si è scritto fin troppo. La Fiorentina da quella prima campagna vittoriosa alla "Dacia Arena" ha vissuto un cammino impervio, non privo di ostacoli e disfatte.
"Affinità elettiva"
"Il Cesare" delle truppe fiorentine si appresta a serrare le fila, per affrontare una nuova offensiva. Sulle orme di un altro imperatore, in passato alle prese con una conquista della Dacia. E no: non mi riferisco all'avventura in riva all'Arno di Fatih Terim. La terra di conquista di cui sopra ci riporta all'imperatore Traiano. Addirittura? - direte voi. Eppure, per quanto nel licenzioso campo degli accostamenti arditi, qualche similitudine la possiamo ritrovare. L'imperatore del II sec. fu il primo Cesare ad essere eletto - o meglio nominato - al trono. Non più secondo la linea dinastica, ma per precisi compiti militari. Quali nello specifico? La campagna mossa verso la Dacia, di lì a poco assoggettata e resa provincia romana. Ecco, affrettandomi a chiudere questa parentesi storica, torno a questioni di campo (non militare). Tutto nasce dal momento di grande travaglio nel quale Prandelli è stato chiamato a guidare la truppa viola. Un sentiero lastricato di insidie che ha trovato la prima affermazione nell'Arena della Dacia friulana. Dopodomani andrà in scena una nuova offensiva; l'augurio è che la colonna traiana di Cesare possa arricchirsi di un nuovo capitolo. Contro De Paul &co, c'è da scolpire una Fiorentina di nuovo vincente.
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