"Mi piacerebbe restare, altrimenti non sarei neanche venuto. Ma non dipende da me", diceva Albert Gudmundsson l'8 maggio, il giorno della semifinale di ritorno col Real Betis che ha sancito l'eliminazione della Fiorentina dalla Conference League poi vinta dal Chelsea. Il protrarsi della causa privata in Islanda oltre l'estate ha gettato molti dubbi sul futuro del numero 10, che nei giorni scorsi sembrava segnato: ritorno al Genoa e poi nuove trattative con i viola e gli altri club interessati.


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La ricostruzione: perché il Genoa ha accettato lo sconto su Gudmundsson
Ma allora perché, a sorpresa, i liguri si sono decisi ad abbassare le proprie pretese? Proviamo a fare il punto: su Gudmundsson, la Fiorentina si era messa d'accordo con la precedente proprietà rossoblù in maniera tale che se la questione processuale fosse andata oltre il termine per esercitare il riscatto, allora sarebbe stato possibile prolungare il prestito, in attesa del verdetto finale. La nuova gestione Sucu, però, non ha riconosciuto questo patto non scritto e dunque la trattativa è andata avanti mentre tutti gli altri giocatori con opzione sul riscatto sono stati rispediti al mittente dalla dirigenza gigliata.
L'arrivo del nuovo trequartista e la mancanza di alternative concrete alla Fiorentina
Arrivati agli ultimi giorni, il Genoa si è trovato di fronte ad un vicolo cieco: di tenere Gudmundsson non se ne parlava, tant'è che il ds Ottolini ha sempre parlato di altre squadre interessate in caso di mancato riscatto da parte della Fiorentina; di contro, proprio nelle ultime ore è arrivato al Ferraris Gronbaek, curiosamente un altro Albert col numero 11, danese e non islandese, dal Rennes, in prestito con diritto di riscatto a 10 milioni. Qualcosa di più della cifra finale pattuita con i viola. La decisione di concedere lo sconto su Gudmundsson è arrivata evidentemente perché nessuna delle squadre interessate - Roma, Atalanta in caso di partenza di Lookman, Bologna in caso di partenza di Ndoye - faceva filtrare offerte migliori in tempi accettabili per il numero 10. Meglio incassare qualcosa in meno subito che rischiare di ritrovarsi un prezzo che scende con l'approssimarsi della fine del mercato e della sentenza definitiva a ottobre. E così la permanenza alla Fiorentina, divenuta ufficiale prima delle 20, ha preso corpo.
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