Playoff, dalla Torcida ad un’altra Akademia: stavolta contro chi? L’analisi

Conference League, per il quarto anno consecutivo: si riparte. Un’abitudine ormai consolidata, ma che non va mai data per scontata. Alle 14 di oggi andrà in scena il sorteggio dei playoff, l’ultimo ostacolo da superare per accedere alla fase a gironi della manifestazione. I viola saranno ancora una volta testa di serie, forti del miglior ranking UEFA tra tutte le partecipanti. Eppure, la storia recente insegna a non abbassare la guardia: dal Twente al Rapid Vienna fino alla Puskas Akademia, tutte le ultime sfide dei playoff sono state battaglie, spesso più dure del previsto. Il sorteggio definirà quale vincente di un turno precedente affronterà la Fiorentina il 21 e 28 agosto. Ecco allora un viaggio tra le possibili avversarie: cinque sfide ancora da concludersi, dieci squadre in lizza, con storie diverse ma un obiettivo comune. Alcune sono vecchie conoscenze del calcio europeo, altre sono realtà emergenti pronte a sorprendere. Fondata nel 1896, il Losanna è uno dei club più antichi della Svizzera e vanta una storia nobile con sette campionati nazionali e nove Coppe di Svizzera in bacheca, anche se l’ultimo trofeo risale al 1999. Ha attraversato momenti difficili, inclusa una retrocessione d’ufficio per motivi finanziari nel 2003, ma negli ultimi anni ha ritrovato stabilità e una certa continuità in Super League. È una società da sempre legata all’eleganza e alla formazione giovanile, con un’identità raffinata e uno stadio moderno come la Tuilière. In Europa non ha mai lasciato un’impronta profonda, ma resta una piazza storica, con ambizione e struttura. Curiosamente, è anche l’ultima squadra nella carriera di Giancarlo Antognoni, un dettaglio che accende inevitabilmente i ricordi a Firenze. Nel turno precedente ha eliminato il Vardar Skopje e si affaccia ora al confronto con l’Astana con fiducia e determinazione. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/lausanne_sport/status/1951212606812721618"] Nata soltanto nel 2009, l’Astana ha scalato a tempo di record il calcio kazako, conquistando 7 titoli nazionali dal 2014 a oggi e diventando una presenza fissa nelle coppe europee. L’apice è stato toccato nel 2015, con la storica qualificazione alla fase a gironi di Champions League, primo club del Paese a riuscirci. Il progetto, sostenuto da fondi statali e infrastrutture all’avanguardia, si basa su un modello multisportivo, con l’Astana Presidential Club a coordinare tutte le discipline. In campo si presenta con uno stile fisico, disciplinato, e sfrutta al massimo le condizioni ambientali della sua arena indoor con campo sintetico. Nel turno precedente ha avuto vita facile contro lo Zimbru Chisinau e ora si candida a essere l’avversaria più esperta del lotto. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/SweeperPod/status/1422847470137221124"] Una delle icone del calcio balcanico, l’Hajduk è più di un club: è un simbolo nazionale, un’istituzione culturale per la città di Spalato e per tutta la Dalmazia. Nato nel 1911, ha vissuto i suoi anni d’oro nel periodo jugoslavo, vincendo 9 titoli nazionali e partecipando a numerose competizioni europee, tra cui la semifinale di Coppa UEFA del 1984. Oggi il club sta vivendo una fase di rilancio, spinto dalla Torcida, uno dei gruppi ultras più antichi del continente. Dopo l’esperienza con Gennaro Gattuso in panchina, il club ha appena accolto Ante Rebic, ex viola e volto forte della nuova stagione. Nel turno precedente ha superato lo Zira, ma con qualche sofferenza. La Fiorentina ritroverebbe un ambiente caldissimo e una tifoseria che trasforma il Poljud in un autentico catino. Il profilo più nobile e pericoloso del lotto, sia per storia che per impatto emotivo. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/VoetbalUltras/status/1321405850473406464"] [/tps_title] La vecchia Dinamo Tirana, per decenni club dominante dell’era comunista albanese, si è trasformata in Dinamo City nel tentativo di rinnovarsi e staccarsi dal passato. Con 18 campionati vinti (record nazionale fino agli anni ‘90), la Dinamo ha vissuto una lunga fase di declino, culminata in retrocessioni e crisi societarie. Oggi è tornata sulla mappa del calcio europeo grazie a un nuovo progetto tecnico-gestionale che punta sulla valorizzazione di giovani talenti locali e sul ritorno di elementi esperti. Ha eliminato nel turno precedente gli andorrani dell’Atletic Escaldes con un doppio successo e ora affronta l’Hajduk con il ruolo di outsider assoluta. Ma proprio per questo, può giocare senza pressione, con l’entusiasmo di chi non ha nulla da perdere e tutto da dimostrare. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/KosovarFootball/status/1951021245727682930"] Nel calcio europeo, certi nomi evocano subito ricordi. Il Craiova è uno di questi, almeno per la Fiorentina. Nel 1982, nella Coppa UEFA, furono proprio i rumeni a eliminare i viola nel primo turno, avviando un cammino che li portò in semifinale. Quel Craiova Maxima è rimasto nella storia del calcio dell’Est, e anche se la società attuale è frutto di una ricostruzione, l’identità non è andata perduta. Con due Coppe di Romania conquistate negli ultimi anni, il club è tornato competitivo in patria e ha investito in un impianto d’avanguardia come lo stadio Ion Oblemenco. Nel turno precedente ha avuto la meglio sul Sarajevo e ora si affida a un mix di giovani talenti locali e veterani per continuare a stupire. Forte in casa e ben organizzato, il Craiova rappresenterebbe un incrocio denso di memoria e insidie. Il nome? Universitatea Craiova deriva dalla volontà dei docenti e degli studenti dell'omonima università cittadina. Il paragone si crea da solo con la Puskas Akaedemia (Ungheria), ostacolo rivelatosi veramente complicato da oltrepassare. Nel caso degli ungheresi l'associazione non è relativa alla natura scolastica dei fondamenti del club, ma alla natura educativa. La Puskas Akademia è diventata negli anni simbolo di creazione e formazione di talento locale: un vero e proprio centro di formazione calcistico. Non a caso, recentemente, il portiere che, un anno fa, ha affrontato la Fiorentina, Armin Pecsi, è passato al Liverpool di Arne Slot. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/footynews129/status/1951024632368123989"] Lo Spartak Trnava è una delle squadre storiche della Mitteleuropa. Negli anni Sessanta e Settanta fu tra le protagoniste assolute del calcio dell’Est, con cinque titoli cecoslovacchi e una semifinale di Coppa dei Campioni nel 1969, fermato solo dall’Ajax di Cruijff. Dopo decenni difficili, ha ritrovato smalto negli ultimi anni, tornando a vincere la coppa nazionale slovacca e a ottenere buoni risultati in Conference League. Nel turno precedente ha travolto gli Hibernians maltesi con un complessivo 7-2, confermando un buono stato di forma. Il club gioca in uno stadio raccolto ma molto caldo, con tifosi che non hanno mai smesso di sostenere una delle realtà più gloriose del paese. In campo punta su solidità difensiva, calci piazzati e grande esperienza. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/TomKhor/status/1913994988624478280"] Fondata nel 2004, la seconda squadra di Kaunas è diventata rapidamente un riferimento nel panorama calcistico lituano, in parte grazie all’eco del mitico Zalgiris cestistico. Sebbene non abbia ancora vinto un campionato, il club ha collezionato diversi piazzamenti importanti e partecipazioni europee. Ha appena superato gli islandesi del Valur, mostrando una buona organizzazione e un’identità chiara: intensità, gioco sulle corsie e campo sintetico, fattore spesso determinante in casa. Il calcio baltico è in crescita e il Kauno rappresenta una delle realtà più ambiziose del nord-est continentale. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/FKKaunoZalgiris/status/1951624808384377084"] L’Arda è uno dei progetti più sorprendenti del calcio bulgaro recente. Club rinato da zero nel 2015, ha compiuto una scalata clamorosa dalla terza divisione fino all’Europa. Finalista di Coppa nazionale nel 2021, si è qualificata per i preliminari UEFA già più volte nonostante un budget limitato. Nel turno precedente ha stupito tutti eliminando l’HJK Helsinki, squadra di ben altro pedigree. L’Arda ha un’identità fortemente fisica, con un gioco basato su pressing alto, recupero palla immediato e transizioni veloci. Lo stadio Arena Arda, seppur piccolo, si è trasformato in un fortino difficile da espugnare. È una squadra affamata e totalmente libera da pressioni, quindi pericolosissima. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/Arda_1924/status/1950623369725894757"] Il Polissya è il volto umano del calcio in tempo di guerra. Il club è diventato un simbolo di resilienza per la regione di Zhytomyr (località al centro del paese, a 140 km da Kiev). La società ha raggiunto la massima serie soltanto nel 2023, ma lo ha fatto con grande entusiasmo popolare e con un progetto che coinvolge tutta la comunità. Lo stadio è stato ristrutturato da poco e ospita anche eventi di beneficenza. In campo, la squadra gioca con enorme generosità e coraggio, e nel turno precedente ha superato il Santa Coloma. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/JuanJos750/status/1942018653093826614"] Il Paksi FC è una delle realtà più coerenti e apprezzate del campionato ungherese. Mai una retrocessione da quando è salito in massima serie nel 2006, il club ha scelto da anni di puntare su calciatori locali, evitando l’inflazione del mercato straniero. Il risultato è una squadra identitaria, compatta, aggressiva e offensiva. Ha eliminato nel turno precedente il Maribor, ex squadra di Ilicic. Il Paksi è da sempre considerato una mina vagante in patria e può diventarlo anche in Europa: nessun nome roboante, ma tante idee e una costanza di rendimento che impensierirebbe chiunque. [embedcontent src="twitter" url="https://x.com/FootbalUA_/status/1951010321411272786"] [promo_web_app]