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Playoff Conference: Polissya (avanti) e Paksi FC, scopriamo le possibili rivali

Matteo Torniai Redattore 

Più silenzioso ma non meno efficace è invece il percorso del Paksi FC, una delle realtà più coerenti del calcio ungherese. Dalla promozione in massima serie nel 2006, il club non è mai retrocesso, diventando un modello di gestione per tutto il movimento magiaro. A differenza di molte altre squadre europee, il Paksi (nome che nasce dalla quasi omonima città di Paks) ha scelto con chiarezza la propria identità: da anni schiera quasi esclusivamente giocatori ungheresi, evitando la corsa al mercato straniero e costruendo una rosa solida, compatta, unita dalla comune appartenenza culturale.

In patria è considerato una mina vagante, capace di battere le big e di sorprendere nelle coppe. Lo ha fatto anche in Conference League, eliminando nel turno precedente il Maribor (2-1 finale), club di tradizione europea e ex squadra di Josip Ilicic. Avrebbe guadagnato anche il diritto di prender parte all'Europa League, ma ha perso il primo turno di qualificazione contro i rumeni del Cluj, 0-0 in casa e 3-0 in trasferta. A guidare il gruppo c’è Gyorgy Bognár, tecnico esperto (quasi 400 partite in carriera) e rispettato, che ha plasmato una squadra aggressiva, organizzata e con un’identità molto precisa.

La vittoria della Coppa d’Ungheria nella scorsa stagione, ottenuta ai rigori contro il Ferencváros, ha suggellato un’annata storica, impreziosita anche dal terzo posto in campionato (57 punti in 33 partite, 9 punti in meno della Puskas Akademia seconda). Il Paksi gioca le sue gare nel Fehérvári úti Stadion, impianto raccolto ma caldo, rinnovato di recente. Nella stagione 25/26, in campionato, il Paksi FC ha già affrontato due partite portando a casa quattro punti. Il modulo di riferimento di Bognar è il 3-5-2.

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