© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'ex dirigente della Fiorentina Nicolas Burdisso, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, queste alcune piccole anticipazioni:
Un rimpianto da 100 milioni
L'ex dirigente della Fiorentina Nicolas Burdisso, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, queste alcune piccole anticipazioni:
Perché dopo 3 anni a Firenze hai deciso di dire basta? Pausa strategica. La posso chiamare così. Avevo le idee chiare quando la Fiorentina mi ha chiamato 3 anni fa su che tipo di lavoro svolgere. Dopo 3 anni e tanto lavoro fatto per dare un’identità e una linea tecnica alla squadra, ho sentito che era il momento di nuove sfide. Cosa fa un direttore sportivo mentre è fermo? È un momento per seminare pensando al futuro. Nel mio metodo di lavoro ragiono tanto facendo scouting perché è una risorsa. Per noi è importante conoscere i profili dei calciatori, conoscere realtà di mercati e campionati diversi, nel mio caso trovare e seguire allenatori, vedere quali possono essere compatibili per il nostro modo di pensare. Sono tutte cose che posso sviluppare anche mentre sono fermo. Ci sono dei colpi sfumati che rimpiangi? Julian Alvarez alla Fiorentina è stato uno di quelli. Anche l’anno scorso mi son trovato in Brasile, ho visto Vitor Roque, era una possibilità concreta per noi, poi ha deciso di andare a Barcellona. Ma potremmo parlare di tanti altri giocatori che oggi vedo che stanno giocando molto bene. Adesso nell’ultimo mercato ho lasciato Firenze dicendo 4-5 nomi, ma è anche vero che bisogna capire quelli su cui hai fatto una valutazione sbagliata, calciatori che ti aspettavi potessero fare di più e non l’hanno fatto o calciatori che non sono arrivati. Per me è molto limitante valutare o giudicare il lavoro del ds solo per gli acquisti. È vero che è una cosa molto importante ed è ciò per cui siamo preparati, ma noi dobbiamo lasciare soprattutto un metodo di lavoro, un qualcosa che abbiamo costruito, un concetto. Io credo in questo: noi abbiamo costruito un concetto di lavoro legato a questi acquisti, questo allenatore, questa gestione, questa pianificazione, a questi obiettivi raggiunti. Con la Fiorentina abbiamo giocato 2 finali europee in 3 anni cambiando tanti calciatori tra una finale e l’altra, abbiamo avuto un allenatore per 3 anni che ha fatto molto bene quando ci sono state pochissime società in Europa che non hanno cambiato allenatore per 3 anni. Abbiamo dato una linea tecnica sul mercato, potenziato i giovani del settore giovanile ma anche quelli acquistati e venduti, come Nico Gonzalez. Cercando sempre di migliorare. Io partivo sempre dal presupposto che dobbiamo sempre migliorare la squadra: non è facile, è quella la sfida. Ma si lavora per quello.
© RIPRODUZIONE RISERVATA