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Vuoti, lenti, distratti. E ora gli alibi sono finiti. L’assenza di autostima nasce da lontano

GERMOGLI PH: 22 NOVEMBRE 2020 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI SERIE A FIORENTINA VS BENEVENTO NELLA FOTO KOUAME MILENKOVIC

Quello della Fiorentina è un calcio fragile. In altri tempi le contestazioni hanno coinvolto squadre ben più coinvolte di questa. La società rifletta

Redazione VN

Angelo Giorgetti, su La Nazione, analizza il momento delicato della Fiorentina. Quello viola viene definito un "calcio fragile", sintetizzato ieri pomeriggio dal primo e ultimo tiro in porta all'84°. La situazione è grave e verrebbe da aggiungere – con uno schizzettino di veleno – che la lontananza dei tifosi è un bel vantaggio per chi si rende protagonista di partite confuse e morbide come quella di ieri: in altri tempi le contestazioni hanno travolto squadre che avevano atteggiamenti ben più coinvolti di questa. Ieri abbiamo visto una Fiorentina impaurita che Prandelli aveva cercato di scuotere con un paio, o anche tre mosse impreviste, ma il risultato si è infranto contro un Benevento essenziale e ordinato. Il ritorno del tecnico di Orzinuovi - per sua stessa ammissione nel post gara (LEGGI) - per ora non è servito a far ritrovare autostima ai giocatori, né a ricomporre il senso di squadra disordinatamente messo in mostra con Iachini.

Le difficoltà sono evidentemente profonde, così tanto da minare il senso di squadra contro il Benevento, non la Juve. Che senso ha cercare soluzioni tattiche diverse se pochissimo funziona nella testa dei giocatori? Il compito di Prandelli sarà durissimo. Il clima fra l’altro è spento dentro e acceso fuori, perché la proprietà non perde occasione di far valere il proprio punto di vista con un impeto che poi in campo la squadra non riesce proprio a mostrare. E si sa, alla fine i tifosi tengono conto solo di una cosa: i risultati sul campo. Da questo punto di vista, nonostante i grandi investimenti, le soddisfazioni sono state davvero poche. Prandelli è appena arrivato, probabilmente si è reso conto di aver sottovalutato l’ampiezza di problemi che nascono da lontano e la società, ora, ha il dovere di analizzare con una profondità che in passato forse non c’è stata.

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