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Il giornalista Ernesto Poesio ha analizzato il momento della Fiorentina sulle pagine del Corriere Fiorentino. Ecco le sue parole:
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Il giornalista Ernesto Poesio ha analizzato il momento della Fiorentina sulle pagine del Corriere Fiorentino. Ecco le sue parole:
In questo inizio di avventura viola gli esami per Palladino sembrano non finire mai. Dovrebbe bastare questo al tecnico per avere la conferma che allenare una squadra come la Fiorentina presuppone spalle larghe e tensioni continue da gestire e trasformare in energia positiva. La vittoria contro il Milan dopo essere stata celebrata è già finita in archivio in attesa di conferme immediate. La trasferta di Lecce diventa un altro snodo importante di una stagione viola iniziata con tante difficoltà di assestamento dopo la rivoluzione estiva. Cosa dovrà mostrare in Puglia la squadra di Palladino per non ricadere nel clima di incertezza con cui i viola si erano presentati alla sfida contro i rossoneri? Di sicuro nell’affrontare Leao e compagni, la Fiorentina è riuscita per la prima volta ad essere compatta, a dare la sensazione di essere una squadra consapevole delle proprie debolezze e delle proprie virtù. Di avere insomma un’identità di gioco a cui aggrapparsi, non si è scomposta o sfilacciata come accaduto in precedenza. Contro i rossoneri poi i viola hanno avuto conferma di come questa squadra abbia bisogno, più che mai, dei colpi dei propri leader, dalle parate miracolose di De Gea agli spunti di Kean e Gudmundsson fino alla regia di Adli e alla corsa incessante di Dodò. Tutto ciò è lecito aspettarsi di rivedere domenica a Lecce in una partita che nasconde un altro genere di insidie rispetto a quella contro il Milan. Contro le «piccole» le cose non sono andate bene visti i pareggi con Parma, Venezia, Monza ed Empoli. Quattro indizi che fanno più di una prova e raccontano una Fiorentina in controtendenza rispetto ai tre anni di Italiano nei quali i viola hanno sempre faticato contro le squadre che si trovavano più in alto in classifica, costruendo invece la propria classifica sulle vittorie contro gli avversari meno attrezzati. Tra i motivi di questa divergenza rispetto al passato potrebbero esserci proprio le filosofie dei due allenatori: molto aggressiva quella di Italiano con pressing altissimo per indurre gli avversari all’errore, più attendista e più efficace in contropiede o comunque in spazi larghi quella proposta da Palladino. Riuscire ad alternare questi due modi di affrontare gli avversari sembra il prossimo salto da compiere per riuscire a trovare la continuità. Lo scalino non è facile da salire e presuppone la capacità di saper leggere i momenti della partita. Uno sprint di venti giorni fino alla sosta e poi il valore il valore di questa Fiorentina sarà più chiaro. Vietato sbagliare.
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