La protesta dei tifosi
—In realtà ieri è stato il giorno in cui in maniera informale la Curva ha voluto prendere le distanze dalla connotazione politica del gesto: sotto la dicitura “Né rossa né nera è viola la nostra bandiera” in voga in Fiesole già negli anni 70-80 è stato ribadito che anche i cori contro il sindaco non rientrano in nessuna manifestazione o espressione politica, per quanto ci sia vicinanza alla società nel chiedere risposte sul Franchi. Anche su questo ultimo punto è stato ribadito che una convergenza sul tema stadio non significa una totale adesione al progetto Commisso: dal marketing — il cambio logo non è andato giù — alla politica dei biglietti — famoso lo striscione contro il caro abbonamenti — per finire al mercato — celebre la frase “Torreira a Firenze Barone all’Arsenal” o la lettera post cessione di Vlahovic — la curva è pronta a schierarsi contro la società laddove non sarà fatto il bene della Fiorentina.
Critiche anche sui social
—Sui social però i tifosi si sono come sempre divisi: “Brava Fiesole, ricordate tutto questo quando c’è da votare”, scrive Andrea che applaude il gesto, “ E la destra ringrazia”, chiosa Daniele, mentre Davide scrive che andrebbe criticato Barone per altro “E gli striscioni a Barone per il mercato quando”, con Francesco che chiede un esterno “Bene lo stadio ma serve un giocatore”. Non è la prima volta infatti che la Fiesole si pronuncia sulla questione stadio: nel 2020 un corteo con le ruspe sancì la protesta del tifo contro l’idea di Franchi come monumento, con chiaro attacco alla Soprintendenza.
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