Non avrebbe avuto senso spingere in campo prima della tabella prestabilita un giocatore che purtroppo a causa di altri infortuni in carriera, più o meno gravi. Ha dovuto fare i conti con la discontinuità e con qualche ferita che rimarrà. Come il dover rinunciare ai Mondiali in Qatar, che lo avrebbero visto potenziale protagonista del gruppo del ct Lionel Scaloni, nella rassegna che ha consacrato Messi e la sua Argentina. Italiano ha optato per la gradualità nel reinserimento in campo di Nico. Trenta minuti contro l’Inter, dove non è riuscito a segnare dal dischetto (non era mai accaduto, finora, con la maglia della Fiorentina) e circa 25' contro il Lecce segnati invece dalla rimonta subita nei minuti di recupero. La sensazione è che l’argentino necessiti ancora di un po’ di tempo per tornare a pieno regime. Italiano sa che con Nico molti dei problemi in fase offensiva si potrebbero risolvere più facilmente. Senza l’argentino la Fiorentina era riuscita comunque a totalizzare dieci punti in cinque partite. Il tecnico infatti, grazie ad alcuni accorgimenti anche tattici, aveva ottenuto il massimo dalla sua squadra: baricentro più basso, una difesa molto più attenta e la capacità di stringere i denti senza badare troppo all’estetica del gioco. Alla lunga, però, l’assenza di un giocatore così decisivo si è fatta sentire. Italiano non può rischiare che il suo fuoriclasse abbia ricadute proprio adesso, vista la seconda parte di stagione molto impegnativa e intensa. Per questo lo sta gestendo con grande attenzione. Per il bene del giocatore, della squadra e delle ambizioni di una Fiorentina che con Nico in campo è molto più serena.
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