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Italiano chiama a raccolta i suoi leader. Nico, ci sei?

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La Fiorentina deve riuscire a superare questa serie di risultati negativi non solo grazie a Italiano, ma anche ai suoi leader in rosa
Redazione VN

È nei momenti di massima difficoltà che uno spogliatoio può fare affidamento sui suoi leader. Il capitano, che ci mette sempre la faccia, ma anche quei punti di riferimento più o meno silenziosi che con carattere e carisma riescono a sollevare il morale, a trascinare i compagni verso gli obiettivi da raggiungere. A indicare la via d’uscita dalla crisi. Come scrive La Repubblica, per un allenatore, avere giocatori così rappresentativi è fondamentale. Peccato che uno di questi, Nico Gonzalez, sia stato fuori dalla lista dei convocati per un mese e mezzo. Un periodo coinciso con la serie più negativa della stagione, dove la Fiorentina ha raccolto soltanto un punto in quattro gare di campionato, senza dimenticare la dura sconfitta subita in Supercoppa. Unica parentesi positiva, il passaggio alle semifinali di Coppa Italia coi rigori vincenti contro il Bologna. A proposito, i viola sfideranno in doppio turno l’Atalanta nel mese d’aprile. La speranza è che presto questa crisi di risultati, e in alcuni casi anche di prestazioni, possa essere alle spalle.

Scelta la gradualità

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Molto dipenderà anche dal recupero al 100% di Nico, nove gol in stagione tra campionato e Conference League. Talento puro e capacità di poter indirizzare ogni singola gara con una giocata, un guizzo, un’idea. Peccato per quello stop a inizio dicembre dovuto all’infortunio rimediato a Budapest: una lesione di secondo grado dei muscoli flessori della coscia destra, che ha costretto Gonzalez a una lunga riabilitazione prima del ritorno in campo. Ha fatto di tutto, l’argentino, per accorciare i tempi ed essere nuovamente a disposizione prima del previsto. Ma lo staff sanitario, giustamente, ha predicato la massima calma nei suoi confronti.


Non avrebbe avuto senso spingere in campo prima della tabella prestabilita un giocatore che purtroppo a causa di altri infortuni in carriera, più o meno gravi. Ha dovuto fare i conti con la discontinuità e con qualche ferita che rimarrà. Come il dover rinunciare ai Mondiali in Qatar, che lo avrebbero visto potenziale protagonista del gruppo del ct Lionel Scaloni, nella rassegna che ha consacrato Messi e la sua Argentina. Italiano ha optato per la gradualità nel reinserimento in campo di Nico. Trenta minuti contro l’Inter, dove non è riuscito a segnare dal dischetto (non era mai accaduto, finora, con la maglia della Fiorentina) e circa 25' contro il Lecce segnati invece dalla rimonta subita nei minuti di recupero. La sensazione è che l’argentino necessiti ancora di un po’ di tempo per tornare a pieno regime. Italiano sa che con Nico molti dei problemi in fase offensiva si potrebbero risolvere più facilmente. Senza l’argentino la Fiorentina era riuscita comunque a totalizzare dieci punti in cinque partite. Il tecnico infatti, grazie ad alcuni accorgimenti anche tattici, aveva ottenuto il massimo dalla sua squadra: baricentro più basso, una difesa molto più attenta e la capacità di stringere i denti senza badare troppo all’estetica del gioco. Alla lunga, però, l’assenza di un giocatore così decisivo si è fatta sentire. Italiano non può rischiare che il suo fuoriclasse abbia ricadute proprio adesso, vista la seconda parte di stagione molto impegnativa e intensa. Per questo lo sta gestendo con grande attenzione. Per il bene del giocatore, della squadra e delle ambizioni di una Fiorentina che con Nico in campo è molto più serena.

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