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Franchi, il ministro spinge per l’intesa: ma Commisso-Nardella restano lontani

Nuovo Franchi
Quella di ieri è stata una giornata molto elettrizzante a Firenze per quanto riguardo la questione legata allo stadio Artemio Franchi
Redazione VN

Da una parte la fiducia di Nardella nel trovare un’intesa con la Fiorentina per dividere l’investimento sui milioni mancanti del progetto Franchi, dall’altra la fredda risposta di Commisso che si dichiara pronto a tutelare da un punto di vista legale la sua società nelle sedi opportune, ribadendo che la questione stadio continua ad essere un problema e che non sono all’orizzonte investimenti privati sull’opera del Nervi. Come scrive La Repubblica, quella di ieri è stata una giornata elettrizzante intorno al restyling del Franchi e se da Palazzo Vecchio in mattinata erano arrivate aperture e schiarite, le nuove nubi sono state rilanciate dal presidente della Fiorentina nel pomeriggio, appena prima di ripartire per l’America.

La richiesta del Comune

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Il sindaco, dopo gli incontri avuti sia singolarmente con la società viola, sia nel tavolo a tre a Roma con il ministro dello Sport Andrea Abodi, si era dichiarato fiducioso nel fatto che i 100 milioni complessivi mancanti per il completamento del progetto si potessero dividere tra amministrazione e società. Il Comune, dopo aver riottenuto per la Metrocittà i 55 milioni dapprima tolti dal governo, è pronto a impegnare i soldi provenienti dall’esecutivo in progetti utili alla comunità, destinando le risorse risparmiate per tali progetti sullo stadio Artemio Franchi. I 55 milioni servirebbero per completare la copertura col fotovoltaico e per realizzare la riprofilatura della Maratona. Nel Nardella pensiero il resto dei soldi, 50 milioni circa, potrebbero essere messi dalla Fiorentina, attraverso un project financing o altre vie: Commisso investirebbe oggi con la possibilità domani di avere un canone scontato o gratuito d’affitto e la gestione delle aree commerciali. I 50 milioni spettanti alla Fiorentina riguarderebbero le cosiddette riprofilature, le aree vip e lounge, oltre che le stesse zone commerciali. Insomma la parte più redditizia di uno stadio moderno.


La risposta di Commisso

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Una proposta che però nel pomeriggio ha trovato la forte opposizione di Commisso. Ufficialmente non c’è nessun intento di far causa al Comune, ma la tensione resta alta. Uno scontro da cui rischia di uscirne sconfitta la città di Firenze nell’ottica della candidatura a Euro 2032. Nell’incontro a tre Abodi aveva consigliato fortemente a società e Comune di trovare una sintesi, dichiarando che per la kermesse calcistica saranno privilegiate le sedi dove si realizzerà il giusto connubio tra investimenti pubblici e privati, sulla scia del modello tedesco, dove il 41% di tutte le operazioni relative agli stadi venne apportato da fondi pubblici e il restante 59% venne apportato dai club o da altri enti privati. Senza intesa Firenze rischia di essere scavalcata nella corsa a Euro 2032 da Bologna, città in cui il sindaco Lepore e il presidente Saputo hanno trovato un accordo.

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