Brutte, sporche e cattive: sono le vittorie che dimentichi in un attimo, ma che poi all’improvviso tornano alla mente perché hanno lasciato un segno profondo sulla stagione. E in questo senso la vittoria della Fiorentina a Udine fa parte della categoria: brutta (un solo tiro in porta: il rigore decisivo di Vlahovic al 16’ del primo tempo), sporca (poco gioco, tanta sofferenza) e cattiva (la difesa a cinque nel finale, qualche calcione quando serviva). Ma sia chiaro: che la Fiorentina abbia vinto in questo modo è solo la dimostrazione di una crescente maturità. Quando ha capito che non sarebbe stato un pomeriggio di delizie, la Viola ha riposto nell’armadio l’abito di gala e ha indossato la tuta. Questo il commento de La Gazzetta dello Sport sulla vittoria viola.
La Gazzetta dello Sport
Brutta, sporca e cattiva: la Fiorentina continua a crescere. Vittoria pesante
La Fiorentina sbanca Udine affrontando con umiltà il secondo tempo e affidandosi alle parate di Dragowski
Inoltre la pesante assenza di Nico Gonzalez, ha confermato per l’ennesima volta la continua evoluzione di Vincenzo Italiano. L’anno scorso allo Spezia giocava con due esterni preferibilmente a piede invertito, molto veloci e verticali nell’interpretazione del ruolo. Ieri ha schierato a destra Callejon, che fungeva da raccordo e apriva spazi per Odriozola, e a sinistra Saponara, anche lui col compito di accentrarsi per favorire le discese di Biraghi. Non si è visto granché a causa di un ritmo troppo basso e di insufficienti prestazioni individuali, ammette la rosea, ma il progetto era chiaro e comunque la Fiorentina ha saputo affrontare con umiltà la ripresa coprendo gli spazi e affidandosi alle parate di Dragowski. Italiano, come già ai tempi dello Spezia, ha chiuso con tre centrali difensivi: non bisogna vergognarsi di fare quel tipo di cambio quando serve.
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