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Corriere Fiorentino

A Moena un’estate (im)possibile, nel segno della serenità

Italiano Mandragora
Quest'anno nessun turbamento nell'ambiente di Moena

Redazione VN

Allora si può. "Non è impossibile vivere un’estate in (totale) serenità, circondati da entusiasmo, ambizione, ottimismo, voglia di ripartire e  un senso di totale idillio tra squadra, allenatore, società e tifosi". Da tempo, da queste parti, non si assisteva ad un ritiro così - così il Corriere Fiorentino nel le due settimane di Moena. A differenza delle scorse stagioni non ci sono stati casi scomodi o tormentoni da risolvere.

Rottura con il recente passato

Da Kalinic a Bernardeschi, passando per Jovetic, Federico Chiesa per arrivare Vlahovic. Di recente a Moena c’è sempre stato qualcosa che turbava l’ambiente. C’erano quelli che volevano andarsene e spedivano certificati medici e le mille voci che minavano la serenità del gruppo. Basta pensare a dodici mesi fa con l’infinito tira e molla per Dusan. Stavolta non c’è nessuno che fa i capricci e anche le situazioni in bilico, come Milenkovic, sono gestite nella massima collaborazione tra le parti. Raramente si era visto fin dal primo giorno di ritiro una squadra (quasi) fatta e finita. Merito della società, in questo caso, che ha rapidamente regalato ad Italiano le pedine più importanti. Mandragora e Jovic, così come Gollini. Peccato solo che Dodò sia arrivato giusto in tempo per un paio di sgambate ma anche il brasiliano, grazie al prossimo ritiro in Austria, avrà modo di mettersi in pari.

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