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Da Milenkovic a Pongracic: Fiorentina, resta la desinenza ma cambia l’investimento

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Il nostro "ViolAutore" commenta le ultime vicende di mercato in casa Fiorentina
Il ViolAutore

In principio fu Predrag Mijatovic, montenegrino dell'era Cecchi Gori, a Firenze dal '99 al 2002. Poi, nell'era Corvino, dei giocatori dal cognome con la desinenza ic si è perso il conto. Lo schema era sempre il solito: il buon Pantaleo li scovava giovanissimi - per lo più nei Balcani -, parlava con le famiglie e convinceva l'entourage dei vari Kuzmanovic, Jovetic, Ljajic, Nastasic, Savic che il posto migliore dove potessero crescere studiando e giocando a calcio, era Firenze.

Le intuizioni del Corvo

I cinque giocatori citati hanno fatto tutti un'ottima carriera, con Savic e Nastasic che hanno calcato per anni i campi di campionati top come Liga e Premier. Arrivando ai giorni nostri ci sono due ic che hanno messo (quasi) tutti d'accordo. Il primo è Dusan Vlahovic. "Abbiamo fatto l'affare del secolo", il senso del pensiero di Commisso e collaboratori quando parlano della cessione del serbo alla Juve per oltre 70 milioni di euro. Senza rivangare il tormentone delle difficoltà a far gol che hanno avuto tutti i suoi successori al centro dell'attacco viola, giova ricordare che si trattò appunto di un'altra intuizione del buon Pantaleo, bravo a suo tempo a pescarlo nel Partizan. Esattamente Come Nikola Milenkovic.


Valore triplicato

Con il difensore centrale fresco di passaggio al Nottingham Forest, Daniele Pradè non è riuscito a ripetere la plusvalenza monstre realizzata per l'attaccante adesso a disposizione di Thiago Motta, ma la Fiorentina l'ha rivenduto al triplo dei soldi versati a suo tempo nelle casse del club di Belgrado. Comunque molto, anche se in alcuni momenti dei sette anni di Milenkovic a Firenze, il suo valore era probabilmente più alto.

Ic per Ic

Ma il compianto Joe Barone con cui il nazionale serbo aveva un rapporto speciale, intendeva (giustamente) farne una bandiera della Fiorentina, tanto da arrivare a renderlo il giocatore più pagato della rosa.

Al netto di motivazioni per l'inizio di un nuovo ciclo che Milenkovic forse non aveva, la sua cessione dunque un senso ce l'ha. E poi i dirigenti viola sono stati bravi a sostituirlo, soffiando Marin Pongracic al Rennes, con i francesi che avevano già organizzato le visite mediche.

Troppi 15 milioni per Pongracic? 

Il problema, semmai, è che per prendere il croato, la Fiorentina ha dovuto reinvestire praticamente tutto il tesoretto (una quindicina di milioni) derivante dall'approdo in Premier del suo predecessore, anch'esso slavo. Un ic pagato dunque cifre molto diverse da quelle che di solito sborsava Corvino. Attenzione però al processo di beatificazione dell'attuale responsabile dell'area tecnica del Lecce, perché tra i diversi giocatori sbagliati portati a Firenze, ce ne sono anche alcuni con la desinenza che gli era tanto cara.

Seferovic-Bakic-Terzic

Ricordate ad esempio Haris Seferovic che in viola non segnava mai? Ha giocato ovunque in Europa senza lasciar traccia ed è finito - a 32 anni - negli Emirati. Per non parlare dei più recenti Bakic e Terzic, ceduti dopo che in riva all'Arno non avevano esattamente lasciato il segno. Il montenegrino è un comprimario nell'Ofi Creta; sebbene ancora giovanissimo Terzic, nell'ultimo anno non ha mai visto il campo con il Salisiburgo, in Austria. Niente paura, comunque.

Alla fiera dell'Est

Dopo Milenkovic nella rosa viola non ci sono altri giocatori presi da Corvino: magari Pradè e Ferrari hanno l'intuizione giusta e trovano il centrocampista che non ti aspetti proprio all'Est come faceva l'uomo di fiducia dei Della Valle. Hanno chiesto tempo per essere giudicati: legittimo, senza dimenticare però che al campionato manca esattamente un mese. Meglio se non ne sprecano troppo, come del resto hanno fatto per Pongracic.

 

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