Paolo Vanoli continua a ripetere il suo mantra: «Da questa situazione si esce solo da squadra». La sfida con la Juventus, la Partita per eccellenza, segna il suo debutto al Franchi da allenatore viola dopo averla vissuta anni fa da giocatore. L’ambiente è carico di tensione: delusione per l’ultimo posto in classifica, rabbia esplosa dopo la sconfitta con il Lecce e proteste della Fiesole per il divieto imposto alla coreografia. Nonostante tutto, lo stadio sarà pieno: oltre 22.000 spettatori, più dell’ultimo precedente con la Juve.

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Tuttosport: “Parisi o Fortini? Paolo Vanoli scioglierà il dubbio all’ultimo”
Vanoli insiste sull’unità del gruppo, ma il rilancio della Fiorentina passa inevitabilmente anche dai singoli più importanti: De Gea, Kean e Gudmundsson. Il portiere spagnolo, reduce da una carriera di trionfi, oggi è il più battuto della Serie A, simbolo delle difficoltà difensive dei viola. Servono più solidità dietro, più incisività davanti e un centrocampo capace di dare equilibrio. Kean torna titolare dopo i problemi alla tibia ed è chiamato a ritrovare il gol; Gudmundsson, che alla Juve ha già segnato tre volte, è la carta tecnica più imprevedibile.
Le scelte di formazione sembrano quasi definitive: Pongracic, Marì e Ranieri verso la conferma in difesa; in mezzo Nicolussi Caviglia e Mandragora con Sohm favorito su Fagioli; ai lati Dodo e uno tra Parisi e Fortini, con la decisione rimandata all’ultimo. Ma al di là degli interpreti, Vanoli fissa un unico imperativo: la Fiorentina deve presentarsi feroce, compatta, umile e determinata, pronta a colpire e a iniziare una vera risalita. Lo scrive Tuttosport.
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