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GERMOGLI PH: 21 SETTEMBRE 2025 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI SERIE A FIORENTINA VS COMO NELLA FOTO TIFOSI
Firenze e la Fiorentina, vicine nel cuore e lontane solo nei chilometri. A Budapest, nell’ufficio di Sandor Zwack, classe 1974, numero uno, insieme alla sorella, della storica azienda Unicum, il viola è ovunque: sciarpe, poster, maglie e palloni. Fiorentino di nascita, ungherese d’adozione, Sandor porta con sé una fede che non conosce distanze.
"Sono fiorentino, orgogliosamente fiorentino. Sono nato in viale Righi, ho vissuto il Campo di Marte, ho pure giocato un po’ nella Settignanese" racconta. La sua storia familiare si intreccia a quella del celebre amaro: confiscato in Ungheria nel 1948, rilanciato dal padre Peter tra Stati Uniti, Francia e Italia, fino al ritorno a Budapest nel 1990. E proprio il legame dei genitori con Firenze ha fatto nascere la passione per i viola.
"A otto anni la mia prima volta al Franchi: Fiorentina-Torino. Rimasi stregato da Giovanni Galli. Sognavo di fare il portiere" ricorda. Emozioni indimenticabili, come l’incontro da ragazzino con Giancarlo Antognoni ai giardini del Ponte Rosso: "Mi chiamò per giocare con lui e suo figlio. Ancora oggi mi vengono i brividi".
La distanza non ha mai raffreddato la sua fede. "Seguire i viola da lontano è persino più viscerale: ascolto radio e leggo tutto. Mi sento accanto alla squadra". Da qui l’idea di fondare il Viola Club Budapest, una trentina di iscritti in terra magiara.
Oggi Sandor custodisce una cinquantina di maglie, tra cui un cimelio con sponsor Jd Farrows e la casacca di Batistuta. "Il mio sogno? La 10 di Antognoni con la fascia Opel". E il ritorno al Franchi? "Non ho ancora programmi precisi, ma appena li faccio ci risentiamo" sorride. Magari per un gol decisivo di Kean. Intervista de La Nazione.
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