
Sulla Repubblica di oggi, edizione Firenze si analizza a fondo la crisi della Fiorentina. Una crisi in cui ogni componente del club dal vertice alla squadra ha le proprie responsabilità.

la Repubblica
Sulla Repubblica di oggi, edizione Firenze si analizza a fondo la crisi della Fiorentina. Una crisi in cui ogni componente del club dal vertice alla squadra ha le proprie responsabilità.
L'assenza di Commisso ha generato un vuoto di potere dentro il Viola Park: il presidente manca in città da maggio, da quando confermò Palladino poi dimessosi. La sua prosecuzione, a livello economico è l'ad Mark Stephan, mentre a livello gestionale e sportivo il dg Alessandro Ferrari ha dimostrato incapacità nel proseguire il lavoro di Barone e nel ricoprire un ruolo di enorme competenza e responsabilità. A livello sportivo poi Daniele Pradè, dimessosi prima della gara col Lecce per dare una scossa al gruppo e dopo una rottura insanabile con la curva ha generato un'altra carenza, sopperita parzialmente dalla promozione di Goretti, al primo vero incarico da ds in una big. I due comunque hanno realizzato un mercato solo all'apparenza all'altezza della situazione, confermando i big, ma lasciando delle lacune in altri ruoli (centrocampo non all'altezza e assenza di esterni).
Né Pioli prima né Vanoli poi hanno trovato gli strumenti giusti da un punto di vista tattico per svoltare. Pioli in estate era partito con un'idea di tridente offensivo poi risolto in un più conservativo centrocampo a cinque. Vanoli invece ha impostato la sua esperienza sulla grinta, ma tatticamente non ha cambiato niente, finendo anche lui prigioniero di un modulo statico. Un modulo che, giovedì in Conference, l'unica volta che è stato modificato nel 4-2-3-1, ha portato all'unica vittoria della sua gestione.
E poi c'è la squadra. Del gruppo granitico che l'anno scorso si aiutava su ogni pallone non è rimasto niente, lacerato al suo interno tra gelosie, malumori e scenate evidenti, come nel rigore di Reggio Emilia tra Mandragora e Kean. Due senatori portavoce di un'unità mai trovata che è sfociata in tante rimonte da situazione di vantaggio, da poche gare recuperate e da nessuna vittoria. La città adesso non è nemmeno più arrabbiata, ma bensì rassegnata alla retrocessione, ed è molto peggio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA