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GERMOGLI PH: 26 OTTOBRE 2025 FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI CAMPIONATO SERIE A FIORENTINA VS BOLOGNA NELLA FOTO
La Fiorentina è riuscita a evitare il tracollo contro il Bologna grazie a una rimonta di puro orgoglio e nervi, ma la partita ha evidenziato ancora una volta limiti tecnici e tattici profondi. Il 2-2 finale, arrivato dopo una prestazione a tratti disordinata ma coraggiosa, ha offerto qualche segnale di reazione sul piano mentale, ma non può nascondere le fragilità di una squadra che, dopo otto giornate e solo quattro punti in classifica, resta impantanata in fondo alla graduatoria. Nonostante le tante occasioni create, la Fiorentina continua a pagare errori individuali e disattenzioni collettive che mettono a rischio ogni risultato.
In difesa, l’assetto a tre — scelto come base del progetto stagionale — si è rivelato tutt’altro che solido. Il reparto, rimasto pressoché identico a quello della scorsa stagione, fatica a mantenere compattezza e concentrazione, con un baricentro troppo basso e scarsa organizzazione. Pioli aveva chiesto un giocatore capace di impostare in difesa. Il risultato è impietoso: dodici gol subiti in otto partite, che fanno dei viola la terza peggior difesa del campionato. Anche i centrocampisti non riescono a trovare un equilibrio: né il doppio play Fagioli-Nicolussi Caviglia né le varianti successive hanno dato continuità di gioco. Mandragora e Sohm non hanno ancora inciso, mentre gli esterni Dodò e Gosens, chiamati a garantire spinta e pericolosità offensiva, si sono rivelati meno incisivi e poco affidabili in copertura.
In attacco, infine, regna l’incertezza. Pioli ha sperimentato diverse soluzioni, passando dal tridente estivo con Gudmundsson, Kean e Džeko a moduli più prudenti come il 3-5-1-1, nel tentativo di ritrovare equilibrio. Tuttavia, la mancanza di alternative sugli esterni — ceduti in blocco sul mercato — ha limitato la flessibilità tattica, lasciando la squadra prigioniera di un unico sistema. Così, la Fiorentina si aggrappa spesso all’orgoglio e alla forza della disperazione, ma per uscire dalla crisi serviranno scelte più chiare, un’identità tattica definita e un cambio di passo che vada oltre le reazioni emotive. Lo scrive Repubblica Firenze.
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