Firenze inizia ad avere grande paura: tensioni nello spogliatoio e Vanoli ha le ultime partite per dimostrare un cambio di rotta
Sono ore calde in calde in casa Fiorentina, dopo il ritiro comunicato dopo la sconfitta contro il Verona. Il silenzio attorno al Viola Park è glaciale. La Fiorentina è blindata lì in ritiro, un castigo autoimposto. Come scrive La Repubblica, la viola è un animale braccato dalle sue stesse paure: ultima in classifica, senza vittorie, con nove sconfitte di cui tre consecutive. La società è fragile, il presidente Commisso lontano. L'allenatore Vanoli resta in discussione, ma terrà la panchina almeno fino alla gara del Franchi di domenica contro l'Udinese.
Clima teso
—
Il clima all'interno dello spogliatoio è teso. Una settimana fa, dopo aver perso con il Sassuolo, c'è stato un duro confronto tra Kean e Mandragora per un rigore calciato dal centrocampista. Il giorno dopo la società ha riunito tutti a Bagno a Ripoli: «Sfoghiamoci, buttiamo tutto fuori». Ma non è servito. Il rapporto tra i giocatori fuori dal campo è nullo. Un alibi, condiviso, è legato alla preparazione atletica fatta da Pioli, della quale molti giocatori si sono lamentati (allenamenti troppo brevi), come di un certo disorientamento dato dall'assetto tattico iniziale. Anche così la situazione è precipitata.
Goretti, il ds in carica da inizio novembre, non ha mai vissuto momenti tanto complicati, discorso identico per il dg Ferrari. La Fiorentina dodici mesi fa era prima in classifica, in estate ha investito 92 milioni eppure sta precipitando. Il presidente Commisso è in America: vorrebbe tornare ma i medici gli hanno sconsigliato di viaggiare per non peggiorare le sue condizioni di salute. La città è ferita, frastornata, come all'interno di un interminabile incubo.