Stefano Pioli torna a San Siro, il teatro del suo trionfo più grande: quello scudetto del 2021-2022 conquistato con il Milan contro ogni pronostico. Allora era l’allenatore che aveva saputo compiere un’impresa con una squadra non considerata la più forte del campionato; oggi, invece, torna nello stesso stadio con una situazione ben diversa, alla guida di una Fiorentina in difficoltà di classifica e alla ricerca di certezze. Il “fuoco sotto i piedi” di cui si parla non è solo metaforico: Pioli è chiamato a risollevare la sua seconda avventura viola, in una sfida che il destino ha voluto rendere particolarmente significativa.

La Nazione
Pioli contro il suo passato: a San Siro la Fiorentina cerca la svolta
A Milano, Pioli ritrova il luogo dove la sua figura di tecnico equilibrato e misurato era stata esaltata, ma ora deve dimostrare di poter essere anche un leader capace di reagire alle difficoltà. L’allenatore è alla ricerca di un equilibrio tra fedeltà al modulo e valorizzazione dei giocatori: una domanda eterna nel calcio, che separa i “dogmatici” come Sacchi, fedeli al sistema, da chi, come Pioli, crede nell’adattabilità e nella gestione delle risorse umane. In questo senso, il suo percorso alla Fiorentina rappresenta il tentativo di fondere le filosofie dei suoi predecessori: la valorizzazione dei singoli di Montella, l’innovazione di Sousa, la praticità di Italiano e l’ordine tattico di Palladino.
La lezione che Pioli sembra voler riscoprire è quella di Nereo Rocco, il grande maestro triestino del “Paron”, che vedeva negli spogliatoi il vero cuore del calcio. “Il bel gioco e i buoni risultati nascono lì, dal dialogo e dall’intesa tra uomini”, diceva Rocco, convinto che il calcio fosse prima di tutto comprensione e fiducia reciproca. Pioli sembra voler fare propria quella filosofia: dare indicazioni, ma lasciare che in campo siano i giocatori a interpretarle con libertà e responsabilità. È da questo equilibrio, tra guida e fiducia, che può ripartire la Fiorentina per ritrovare la propria identità e la serenità necessaria a rialzarsi. Lo scrive la Nazione.
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