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La Nazione

Nazione sulla Fiesole: “L’indifferenza fa più male di una contestazione”

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Nazione sul clima al Franchi
Redazione VN

La sconfitta con la Roma ha lasciato alla Fiorentina non solo il peso dei risultati negativi, ma anche un clima emotivo particolare sugli spalti: quello dell’indifferenza. Al termine della gara, chi si aspettava una contestazione aperta o una pioggia di fischi è rimasto sorpreso. Dalla Curva Fiesole, il cuore del tifo viola, è arrivato solo un timido “forza ragazzi”, presto coperto dagli insulti rivolti ai tifosi romanisti. Un silenzio assordante, più eloquente di mille proteste, che fotografa la delusione e la stanchezza di un ambiente ormai disilluso. La squadra, a testa bassa, è tornata negli spogliatoi, consapevole di aver perso un’altra occasione per riscattarsi, pur avendo lottato e creato molto.

La partita è stata l’ennesimo concentrato di sfortuna e limiti tecnici. Due pali colpiti e un gol mancato clamorosamente da Gosens nel finale hanno reso vano ogni tentativo di rimonta. La Roma di Gasperini ha controllato la gara con freddezza, punendo la Fiorentina nei momenti chiave e confermandosi superiore per lucidità e compattezza. I viola, pur generosi, non sono riusciti a concretizzare la mole di gioco prodotta, restando intrappolati in una spirale di episodi contrari e fiducia smarrita.

Ma il segnale più preoccupante arriva fuori dal campo. Prima del match, la Curva Fiesole aveva già manifestato il proprio malcontento distribuendo un volantino durissimo nei confronti della dirigenza: nel mirino il direttore sportivo Daniele Pradè, indicato come principale responsabile del “caos sportivo”, e il presidente Commisso, invitato a intervenire con decisione. Ora la squadra entra nella sosta con tensioni interne e un ambiente carico di frustrazione. Saranno due settimane delicate, in cui serviranno nervi saldi e chiarezza di intenti per evitare che il malessere generale si trasformi in una crisi profonda. Lo scrive la Nazione.