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MILAN, ITALY - OCTOBER 29: Hakan Calhanoglu of FC Internazionale celebrates after scoring their team's third goal during the Serie A match between FC Internazionale and ACF Fiorentina at Giuseppe Meazza Stadium on October 29, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
C'è qualcosa di simbolico nel crollo della Fiorentina a San Siro. Sessanta minuti di resistenza «operaia», poi il buio. E come se la Viola avesse raccontato in un'unica partita l'intera sua stagione: coraggio a tratti e confusione costante. Stefano Pioli fin dal suo arrivo ha provato tutto: dal 3-4-1-2 estivo al 3-5-2 attuale, passando per vari esperimenti che non hanno mai generato una vera identità.
Il risultato è una Fiorentina che non sa più chi è, incapace di imporre il proprio gioco e sempre più prigioniera dei propri limiti psicologici. Quando va sotto, crolla: eccezion fatta per il pari in rimonta col Bologna, ogni svantaggio si è trasformato in sconfitta. Ancora più preoccupante è il dato dei punti dilapidati: ben 11 persi da situazioni di vantaggio, come se la paura fosse una costante. I numeri sono impietosi: peggior difesa del campionato (15 gol subiti come l'Udinese), e attacco più sterile dell'era Commisso con soli 7 gol in 9 giornate.
L'illusione di un gruppo maturo si è dissolta presto, lasciando spazio a una squadra smarrita. Pioli ha parlato di «fase di transizione» ma la realtà è che la Fiorentina è un pericoloso cantiere senza progetto. Lo scrive la Nazione.
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