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FLORENCE, ITALY - OCTOBER 26: Moise Kean of ACF Fiorentina celebrates after scoring a goal during the Serie A match between ACF Fiorentina and Bologna FC 1909 at Artemio Franchi on October 26, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il pallone che ha preso in mano al minuto novantatré, faccia a faccia con la Fiesole, pesava come un macigno. Lo ha preso al termine di una prestazione da Kean 2.0, quello che abbiamo imparato a conoscere in questa sua seconda annata fiorentina.
Meno balletti griddy e flex, più bracciate e sudore; poco dialogo coi compagni ma anche stavolta non è colpa sua. Fiorentina-Bologna, per lui, è ridotta a un uno contro due, Hegger in prima battuta e Lucumi in seconda, due che dimostrano di reggere la cilindrata del numero venti. Non c'è variazione sullo spartito: è il primo motore immobile, quando le cose si mettono male resta il maniglione antipanico da tirare.
Nel primo tempo, in un'occasione, riesce a slacciarsi dalla doppia camicia di forza che i rossoblù gli mettono addosso, calcia fuori col sinistro a tu per tu con Skorupski, ma è tutto vanificato dalla posizione irregolare. I fuorigioco rimangono ancora una volta il suo tallone d'Achille (due fischiati in quarantacinque minuti, poi il Bologna si abbassa) e anche la chimica con Gudmundsson non decolla.
In una performance condita da sei tiri fatti, tre dribbling e tre falli subiti spicca invece, come sempre, per attitudine e senso di responsabilità: dà la scossa al Franchi con una percussione che si conclude con un rigore conquistato a pochi secondi dall'inizio della ripresa - poi tolto da una delle tante revisione Var - a seguire arriva il primo rigore, e lo lascia ad Albert Gudmundsson; lui si prende quello che fa tutta la differenza del mondo, in questo momento, per Stefano Pioli e per l'ambiente. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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