Su La Nazione di oggi, l'"alfabeto viola" di Giampaolo Marchini per uscire dalla crisi che attanaglia la Fiorentina. Ecco alcuni estratti dell'articolo.
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L’alfabeto viola di Marchini: “P-Pradè, va di moda il tiro al bersaglio”
"A - Amore: come proprio e per la maglia. Una doppia molla per corroborare le motivazioni di una squadra che ha bisogno di stimoli anche esterni. B - Bussola: quella che deve avere saldamente in mano Stefano Pioli, facendo anche scelte radicali e decise per trovare finalmente una identità chiara. C – Commissione: il presidente (auguri di una pronta guarigione) manca. Eccome. Perché una sua parola, il suo entusiasmo e carisma sono indispensabili. Tutti lo aspettano. D – Dodo: il brasiliano e il suo rendimento sono la chiave di (s)volta per riprendere il cammino. Speriamo che questa apertura per il rinnovo possa far invertiere la rotta. (...) F - Fagioli: non c'è bisogno che faccia 'Fagiolone', ma semplicemente quello che sa fare meglio, in una posizione per lui congeniale. E soprattutto che volti pagina e guardi avanti, senza le scorie del passato che finiscono solo per condizionarlo. G – Gosens: Robin, dove sei? La Gotham City viola ti aspetta. Se serve accendiamo un faro sulla Maratona, transenne permettendo', per fargli ritrovare la strada. H-Hans: Nicolussi Caviglia, il ragazzo che legge Omero deve capire che qui va meglio Dante. 'Non ti curar di loro, ma guarda e passa' la palla in verticale senza paura di sbagliare. Perché si cresce anche così. I - Islandese: se non ora, quando, Gud? E' il rebus più complicato della 'Settimana Enigmistica'. Soprattutto se si pensa che quando è lontano da Firenze gioca come sa. (...) M – MoiseKean: tuttoattaccato. Come LucaToni. Mancano i fulmini, non le saette stile Flash. Riecco i Supereroi. Come definire il centravanti viola che per essere fermato serve la kripronite. A patto che non lo sia la tristezza di non riuscire a trascinare la squadra. N-Ndour: Cher e i suoi fratelli, giovani. Affidarsi a loro non è un atto di coraggio; solo di lucida... fiducia. (...) P – Pradè: ora va di moda il 'tiro al ds', ma ci pare ingeneroso. Anche perché a giugno tutti erano concordi nel ritenere il lavoro fatto ben oltra la sufficienza. (...) Z-Zen: quella pazienza che necessita per non lasciarsi trasportare dalla negatività con la tentazione di dire 'L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare'. Gino, aiutaci tu."
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