La svolta simbolica della domenica viola arriva al 20’, lo stesso minuto scelto dagli ultras per fare il loro ingresso in Curva Fiesole. Proprio allora Mandragora segna su punizione il gol che sblocca la gara contro l’Udinese, un istante che per i più ottimisti potrebbe segnare anche un punto di ripartenza stagionale. La protesta del tifo organizzato, però, è stata rumorosa e concreta: il lancio di petardi e fumogeni ha costretto l’arbitro Mariani a sospendere brevemente la partita, pur senza conseguenze sul gioco.

La Nazione
La vittoria non basta. Nazione: “La Curva Fiesole fischia la Fiorentina”
Da quel momento il clima sugli spalti cambia, con gli ultras che scelgono di sostenere la squadra, ma “solo per la maglia”, come ribadito a più riprese. La prima vittoria in campionato non basta infatti a cancellare il malcontento: lo striscione “Vergognatevi tutti” chiarisce che la contestazione resta rivolta a giocatori, società e ambiente. Negli altri settori dello stadio, invece, si percepisce una maggiore disponibilità al perdono, creando una lieve frattura tra la Fiesole e il resto del Franchi, testimoniata anche da qualche fischio ai cori della curva.
La distanza si manifesta chiaramente al fischio finale: dopo il 5-1 la squadra va sotto la curva, ma non riceve applausi, solo schiene voltate, mentre dalla tribuna partono segni di apprezzamento. La Fiesole prosegue sulla propria linea con cori durissimi come “Rispettate la nostra maglia” e l’avvertimento legato alla possibile retrocessione. La vittoria, insomma, non basta: per riconquistare davvero gli ultras, la Fiorentina ha ancora molta strada da fare. Lo scrive la Nazione.
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