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Corriere dello Sport

Il Vichingo ha cambiato pelle: Beltran per Palladino è diventato intoccabile

Lucas Beltran
Con l'infortunio a Lecce di Gudmundsson eravamo tutti preoccupati, ma Palladino si è giocato la carta Beltran: ora proverà a farli coesistere
Redazione VN

Il nove che porta sulle spalle ha ingannato tutti per molto tempo. Dopo quasi un anno e mezzo Lucas Beltran si è rivelato nella sua vera forma, più centrocampista che prima punta, un 'Nueve y medio' come lo chiamerebbero dalle sue parti, con spiccate attitudini al sacrificio. Vincenzo Italiano lo aveva intuito, ma è stato Raffaele Palladino a costruirgli il vestito tattico perfetto per le sue caratteristiche. Da trequartista nel 4-2-3-1, primo difensore, primo attaccante e primo rifinitore. Tante delle fortune recenti della Fiorentina passano da lui.

Uomo assist

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 Scatto in area, ricezione e appoggio per l'inserimento del centrocampista. Questo movimento di Beltran ha permesso alla Fiorentina di sbloccare due partite incartate, come quelle col Como e col Cagliari. Al Sinigaglia il beneficiario è stato Adli, domenica è toccato a Cataldi convertire in rete la sponda del compagno. Una giocata codificata che è valsa di fatto sei punti per due assist che hanno la firma del numero nove da Cordoba. Che si sta mettendo in mostra come ottimo rifinitore: oltre ai due assist nelle ultime due di campionato, ne sono arrivati altri tre, in una speciale classifica che vede solo due calciatori in Serie A, Nuno Tavares (8 assist) e Marcus Thuram (6) prima di lui. Se il rapporto con la rete avversaria continua a essere freddo (un solo centro in stagione e un dato, 0,58 tiri in porta a partita, che spiega quanta fatica continui a fare nell'essere incisivo in zona-gol), con Palladino Beltran ha sbloccato (o forse riscoperto) qualità nuove, visione e tempi di gioco. Basta riguardare Fiorentina-Cagliari di domenica: dopo l'iniziale giro palla difensivo, la Viola guardava subito in verticale, alla ricerca del proprio nove, perfetto nel dare sempre una linea di passaggio buona ai compagni. Ma Beltran non è solo questo: il Vikingo - soprannome che risale agli inizi in Argentina, dovuto alla sua capigliatura scandinava - si è finalmente messo l'elmo. Rispetto all'attaccante che veniva spostato sistematicamente in ogni contrasto al primo anno in Italia, Beltran ha rinforzato la corazza della sua armatura. Ed è prezioso soprattutto nel primo pressing. Quando parte l'azione avversaria, l'ex River viene comandato da Palladino, che lo sguinzaglia alla caccia della palla. «Devo fare un plauso ai quattro attaccanti perché sono stati i primi difensori» ha detto l'allenatore viola a proposito della prova contro il Cagliari. Riferimento implicito soprattutto all'argentino, il coltellino svizzero di questa viola.


Come inserire Gudmundsson in questa Fiorentina?

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Con un Beltran così in forma e centrale nel progetto tattico, come è possibile re-inserire Albert Gudmundsson? Palladino dovrà trovare uno spazio per il proprio numero dieci, che dall'infortunio patito a fine ottobre con il Lecce è stato sostituito a meraviglia proprio dal classe 2001. Delle prove di convivenza si sono viste nel finale di domenica: Colpani, Gudmundsson, Beltran e Kean, tutti in campo, per una manciata di minuti. Una Fiorentina a trazione offensiva, esperimento riproponibile più in là, magari a partita in corso. Adesso Palladino studia un assetto ad hoc per il periodo: l'albero di Natale, un 4-3-2-1 con un centrocampista in più e la possibilità di schierare l'islandese e il Vikingo a supporto di Kean.

Beltran
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