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Corriere Fiorentino

Guetta racconta Paloscia: “Maestro di giornalismo e di umanità”

Redazione VN
David Guetta ricorda il giornalista scomparso ieri

Raffaello Paloscia è stato un maestro di giornalismo e di umanità, capace di insegnare con il sorriso e con la leggerezza di chi sapeva che fare il cronista non significava cambiare il mondo, ma raccontarlo con onestà e passione. Scomparso a 97 anni, dopo oltre settant’anni di carriera, era stato insignito due anni fa della «Penna d’oro» dall’Associazione Stampa Toscana. Nato a Urbino e tifoso dichiarato del Bologna, Paloscia ha diretto per anni la redazione sportiva de La Nazione, distinguendosi per umiltà, equilibrio e intelligenza, doti rare anche tra i grandi.

Nella sua lunga carriera è stato inviato, cronista, direttore e soprattutto un autentico “direttore d’orchestra”, capace di armonizzare talenti come Giampiero Masieri e Sandro Picchi. Profondamente legato al calcio ben giocato, nutriva un’ammirazione sconfinata per Fulvio Bernardini, il tecnico dello scudetto viola del 1956 e poi campione col Bologna, tanto da chiamare suo figlio proprio Fulvio. Fu anche un punto di riferimento umano per i colleghi, sempre pronto a ricomporre contrasti e a creare momenti di confronto e amicizia, come i celebri ritrovi estivi al Lido di Camaiore insieme a Loris Ciullini e a figure storiche del calcio italiano come Ferruccio Valcareggi.

Negli anni Ottanta, con spirito pionieristico, Paloscia abbracciò il mondo delle tv private diventando conduttore di Calcio parlato su Tele37, trasmissione che ha segnato un’epoca nella storia della Fiorentina e del giornalismo sportivo locale. Indimenticabili alcuni momenti televisivi, come il celebre confronto tra Roberto Baggio e Aldo Agroppi. Fino alla fine, Paloscia ha incarnato un modo nobile e autentico di intendere la professione: passione, curiosità, ironia e rispetto. Firenze e il mondo del giornalismo sportivo lo ricordano con affetto e gratitudine, come un professionista esemplare e un uomo capace di lasciare un segno profondo in tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Lo scrive il Corriere Fiorentino.