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FLORENCE, ITALY - APRIL 27: Rocco Commisso president of ACF Fiorentina reacts during the Serie A match between Fiorentina and Empoli at Stadio Artemio Franchi on April 27, 2025 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
La Fiorentina si ritrova ultima in classifica nonostante gli 89 milioni investiti sul mercato estivo e il settimo monte ingaggi della Serie A, un paradosso che alimenta le domande dei tifosi e dello stesso Commisso, proprietario dal 2019. I successi recenti – due finali di Conference League e un sesto posto in campionato – sembravano confermare la bontà del progetto, ma il nuovo ciclo affidato a Pioli, scelto per ambizioni da Champions, è crollato dopo appena dieci giornate, rivelando una lunga serie di errori tecnici e gestionali.
Sul fronte mercato, gli investimenti sono stati ingenti: 15 milioni per Gudmundsson, 13,5 per Fagioli, 7 per Gosens, 25 per Piccoli, 15 per Sohm, 9 per Fazzini, 3 per Lamptey e 0,3 per Kospa, più il prestito da 1 milione di Nicolussi Caviglia. Una spesa da 89 milioni, compensata solo in minima parte dalle cessioni di Kayode (17 milioni) e Ikoné (2). Il bilancio al 30 giugno 2025 ha registrato una perdita di 23 milioni, nonostante 56 milioni di plusvalenze; nell’esercizio attuale non sono previsti introiti simili. Intanto il monte ingaggi cresce: Dzeko percepisce 1,8 milioni netti, Pioli resta a libro paga con un triennale da 3 milioni netti, e gli stipendi complessivi saliranno di 15 milioni, fino a quota 110 milioni, cifra che colloca la Fiorentina al settimo posto in Serie A per costo del personale.
La proprietà può sostenere questi livelli di spesa grazie all’impegno finanziario di Commisso, che ha investito 504 milioni: 143 per acquistare il club e 361 immessi direttamente, divisi tra Viola Park e settore tecnico. La sponsorizzazione della maglia porta ulteriori 25 milioni l’anno, ma non basta a evitare bilanci in rosso, eccezion fatta per il 2021-22 con le plusvalenze di Vlahovic e Chiesa (107 milioni). Senza cessioni importanti, l’esercizio al 30 giugno 2026 si prospetta in forte deficit, confermando come il problema non siano le risorse economiche ma la gestione e le scelte che hanno portato a una squadra costosa, ma incapace di ottenere risultati. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
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