La crisi della Fiorentina è ormai profonda e diffusa, tanto da aver trasformato le ambizioni estive in un incubo sportivo. Dopo sette giornate di campionato, la squadra è ultima in classifica con soli tre punti, senza vittorie e con un rendimento ben lontano dalle aspettative. I 92 milioni spesi sul mercato — con l’arrivo di giocatori di livello come De Gea, Kean, Gudmundsson e Gosens, e la conferma dei protagonisti della scorsa stagione — avrebbero dovuto proiettare la Viola verso la zona Champions, ma i risultati hanno smentito ogni previsione. Neppure la scelta di un allenatore esperto e carismatico come Stefano Pioli, voluto da Rocco Commisso per segnare un salto di qualità, ha prodotto gli effetti sperati.

Corriere dello Sport
Gazzetta: “Commisso aveva aspettative ben diverse. Ora servono soluzioni”
Al Viola Park, però, il gruppo ha cercato di reagire. Nella giornata di ieri, squadra, staff e dirigenza si sono riuniti per un pranzo e un confronto collettivo, rinnovando la volontà di restare uniti e di lottare insieme per uscire dal momento negativo. Le responsabilità sono state assunte apertamente sia da Daniele Pradè, da tempo nel mirino della tifoseria, sia dallo stesso Pioli. Ora però non servono più autocritiche, ma soluzioni concrete e, soprattutto, una vittoria che restituisca fiducia e serenità. La trasferta di giovedì a Vienna contro il Rapid in Conference League rappresenta la prima occasione per ripartire, seguita da due partite cruciali in campionato contro Bologna e Inter. Tre sfide in una settimana che potrebbero segnare la svolta o aggravare ulteriormente la crisi.
La priorità, in questo momento, è mantenere lucidità e coesione. La paura e la perdita di fiducia rischiano di diventare nemiche peggiori dei risultati stessi, minando le certezze del gruppo e la tenuta psicologica dei giocatori. Pioli, che ha appena compiuto 60 anni, è chiamato a fare da guida non solo tecnica ma anche mentale, per ricompattare la squadra e restituirle identità. La sconfitta di San Siro, decisa da un rigore discusso nel finale, ha acuito la frustrazione e la rabbia del club, che ha preferito non aggiungere nuove dichiarazioni pubbliche dopo le parole di domenica. Adesso, più che mai, la Fiorentina deve ritrovare se stessa e una vittoria che le consenta di guardare di nuovo avanti. Lo scrive la Gazzetta dello Sport.
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