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MILAN, ITALY - OCTOBER 19: Robin Gosens of Fiorentina celebrates scoring his team's first goal with teammate Luca Ranieri during the Serie A match between AC Milan and ACF Fiorentina at Giuseppe Meazza Stadium on October 19, 2025 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Robin Gosens aveva cerchiato questa partita nel calendario: segnare il suo primo gol in campionato proprio contro il Milan, a San Siro, da ex interista, avrebbe avuto un sapore speciale. E così è stato. Dopo una carambola tra Maignan e Gabbia, il tedesco si è trovato al posto giusto nel momento giusto, spingendo il pallone in rete e regalando alla Fiorentina un vantaggio tanto inatteso quanto prezioso. Quel gol non è stato solo un gesto tecnico, ma un simbolo: la squadra e lo stesso Gosens avevano un bisogno vitale di un segnale positivo dopo settimane difficili e una classifica preoccupante.
La rete ha confermato una delle qualità che da sempre caratterizzano l’ex Atalanta: la capacità di farsi trovare pronto, di incarnare il senso dell’occasione. Anche in un periodo di rendimento altalenante, Gosens ha dimostrato di essere ancora un giocatore credibile, affidabile, capace di incidere quando serve. Per questo i compagni si sono stretti intorno a lui, consapevoli che quel gol rappresentava molto di più di un semplice vantaggio momentaneo: era un messaggio di riscatto e di speranza, un invito a rialzarsi insieme.
Ma la leadership di Gosens va oltre il campo. Nei giorni precedenti al match, il tedesco aveva condiviso sui social una riflessione lucida e motivante: “Non basta dire che le cose andranno bene se poi non ci mettiamo anima e corpo per cambiarle. Servono meno parole e più fatti. Dobbiamo restare uniti, con fiducia nel gruppo e nel mister”. Parole da vero capitano, pronunciate anche nello spogliatoio, dove il giocatore è punto di riferimento per giovani e veterani. A San Siro ha dato l’esempio, segnando e guidando i compagni, anche se la sua uscita per infortunio e la successiva sconfitta hanno reso amaro l’epilogo. Resta però la sensazione che, pur in una notte di delusione, Gosens abbia dimostrato ancora una volta cosa significhi essere un leader vero. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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