Il bilancio dell’era Vanoli alla Fiorentina è impietoso: due punti in cinque partite di Serie A, ultimo posto sempre più consolidato e distanza dalla salvezza cresciuta fino a otto punti. Dopo i pareggi iniziali con Genoa e Juventus, sono arrivate tre sconfitte consecutive contro Atalanta, Sassuolo e Verona, mentre anche l’Europa ha offerto solo illusioni, tra il ko con l’Aek e una vittoria in Conference rivelatasi un episodio isolato. La tanto invocata crescita graduale non si è mai concretizzata, lasciando spazio a una crisi che appare strutturale.

Corriere Fiorentino
CorFio: “Vanoli, bilancio impietoso. Cambiando la panchina, il risultato non cambia”
Il presente è segnato dal silenzio stampa, dal ritiro imposto alla squadra e da un futuro tecnico inevitabilmente in discussione, a poco più di un mese dall’arrivo di Vanoli. Ufficialmente la società smentisce un nuovo esonero, ma i nomi alternativi circolano e il contesto richiama da vicino quanto accaduto con Pioli, sollevato dopo uno scontro diretto perso in casa. La Fiorentina è ora a quota quindici partite consecutive senza vittorie, avvicinandosi a una delle serie negative più lunghe della propria storia. Le responsabilità non possono ricadere su un solo allenatore, ma è evidente che il cambio in panchina non ha modificato una rotta che continua a puntare verso il baratro della retrocessione, resa ancora più dolorosa dall’anno del centenario.
Dal punto di vista tecnico e mentale, i segnali restano deboli. I primi accenni di variazioni tattiche si sono visti solo nei finali disperati delle ultime gare, senza incidere realmente sull’inerzia delle partite. I numeri raccontano di una squadra fragile: dieci gol subiti in cinque partite con Vanoli e una produzione offensiva solo leggermente migliorata rispetto alla gestione precedente. La media punti resta identica a quella di Pioli, 0,4 a gara, con una proiezione drammatica a fine stagione. Ora si apre una fase di riflessione profonda, sull’allenatore ma anche sull’intero progetto, mentre la classifica continua a oscurare l’orizzonte di Firenze. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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