Dall’Udinese all’Udinese: dopo 210 giorni la Fiorentina torna a vincere in Serie A, certificando però quanto profonda sia la crisi attraversata. Questo successo rappresenta solo un primo passo, più un obbligo che una svolta, perché la salvezza resta un obiettivo complicato e serviranno molte conferme per parlare di rinascita e riconquistare Firenze. Il clima resta pesantissimo: prima della gara la contestazione è esplosa con petardi, insulti e una Curva Fiesole in sciopero per 20 minuti, mentre nel mirino finiscono squadra, società, proprietà e persino Commisso, dando la sensazione di una frattura profonda.

Corriere Fiorentino
CorFio: “Salvezza? Un’impresa. Ranieri declassato e Firenze rompe con Commisso”
In questo contesto, Vanoli sorprende tutti con un cambio tattico radicale: una sorta di 4-3-3/4-5-1 senza veri esterni offensivi, con Parisi e Gudmundsson avanzati, Mandragora, Fagioli e Ndour in mezzo e Ranieri retrocesso anche simbolicamente, privato della fascia di capitano. Proprio Fagioli, finalmente libero di muoversi da “jolly”, torna a esprimere il suo calcio. La partita però si mette subito in discesa grazie all’espulsione di Okoye dopo meno di dieci minuti, episodio che di fatto indirizza il match.
La Fiorentina ha comunque il merito di sfruttare l’occasione: segna Mandragora proprio mentre la curva entra allo stadio tra cori e bengala, poi arrivano la perla di Gudmundsson e il 3-0 di Ndour, azioni fluide e rare in questo avvio di stagione. Nella ripresa Kean trova finalmente il gol con una doppietta, intervallata dal lampo di Solet per l’Udinese. Il 5-1 finale consente ai viola di interrompere il ritiro e di vivere un Natale meno cupo, restando ultimi ma con un filo di speranza che, ora, dovrà trasformarsi in continuità. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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