Due premesse. La prima, evidente: Stefano Pioli non è ancora riuscito a trasformare una quindicina di giocatori in una squadra. La seconda, altrettanto chiara: se c’è un allenatore che può riuscirci, è proprio Pioli. Le due affermazioni sembrano in contrasto, eppure è da questo paradosso che nasce la fiducia. Non una fiducia a buon mercato, ma radicata nella storia, nell’esperienza e nell’ambizione del tecnico.

Corriere dello Sport
CorSport: “Firenze scalpita, ma Pioli? Potrebbe essere un doppio fallimento”
La crisi. Dopo un’estate partita col piede giusto - amichevoli convincenti in Inghilterra, il 3-0 al Polyssia in Conference - la Fiorentina si è spenta. Le rotazioni continue tra moduli e interpreti hanno mostrato più confusione che soluzioni: attacchi ridisegnati a ogni partita, registi alternati, difesa a tre poi a quattro e subito di nuovo a tre. Non un turnover da squadra di coppa, ma il segno di un equilibrio che ancora manca.
Il mercato. Non si può dire che fosse sbagliato in partenza: conferme di livello (De Gea, Kean, Fagioli, Gosens) e innesti validi per rendimento passato. Semmai, la vera sfida è portare giocatori abituati a lottare per la salvezza - Sohm, Viti, Fazzini, Nicolussi - dentro un progetto da Champions. Un salto mentale prima ancora che tecnico.
La svolta. Pioli stesso, presentandosi, aveva pungolato Allegri per non aver inserito la Fiorentina nella corsa Champions. Adesso sa che fallire significherebbe doppia sconfitta: di valutazione e di risultati. Ma Firenze lo conosce, lo rispetta, lo sostiene ancora. Tocca a lui trascinare la squadra fuori da questa impasse, a partire dalla sfida con la Roma.
Il segnale deve arrivare adesso: qualche timido passo avanti visto col Sigma non basta più. Firenze aspetta che quella scintilla diventi un solco. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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